Il paracetamolo è un principio attivo ampiamente utilizzato per alleviare il dolore e abbassare la febbre, ma è fondamentale comprenderne gli effetti collaterali e stabilire limiti di assunzione sicuri.

Se usato correttamente questo farmaco è generalmente sicuro, ma un utilizzo eccessivo o prolungato può comportare rischi per la salute.

Gli effetti collaterali possono coinvolgere il fegato, soprattutto in caso di sovradosaggio. Scendiamo nei dettagli e vediamo come farne un uso responsabile.

Gli effetti collaterali del paracetamolo, da non prendere alla leggera

Il paracetamolo ha diversi effetti collaterali e non dovrebbe essere preso alla leggera. Poiché possono verificarsi interazioni in combinazione con alcuni farmaci, è importante dare un’occhiata al foglietto illustrativo.

Nel 1977, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha aggiunto il paracetamolo all’elenco dei “medicinali essenziali”. L’antidolorifico è disponibile in farmacia in vari dosaggi, come farmaco da banco, senza necessità di ricetta medica. Ma deve essere assunto solo dopo aver consultato un medico.

Da diversi anni il paracetamolo è disponibile anche come preparato combinato insieme ad altri principi attivi, ad esempio come rimedio contro il raffreddore.

I ricercatori non sono ancora riusciti a chiarire completamente come funziona esattamente il paracetamolo, quello che si sa è che riduce la febbre e allevia il dolore. Ecco perché può essere usato anche per mal di testa, mal di denti e dolori muscolari.

Il foglietto illustrativo ufficiale di una compressa da 500 mg di principio attivo elenca numerosi effetti collaterali del paracetamolo ( PDF ):

  • Aumento degli enzimi epatici (transaminasi sieriche),
  • Riduzione delle piastrine nel sangue (trombocitopenia),
  • Riduzione dei globuli bianchi (agranulocitosi),
  • Reazioni allergiche (eruzione cutanea/orticaria),
  • Reazione d’urto,
  • Restringimento delle vie aeree (asma analgesico),
  • Gravi reazioni cutanee.

A concentrazioni elevate il paracetamolo è ancora più pericoloso

A concentrazioni più elevate gli effetti collaterali del paracetamolo possono essere più gravi e includere:

  • Sintomi di avvelenamento,
  • Danni al fegato/insufficienza epatica,
  • Vertigini,
  • Malessere,
  • Febbre,
  • Sudore,
  • Tremori,
  • Mal di testa,
  • Problemi di vista,
  • Depressione,
  • Confusione e allucinazioni,
  • Ittero,
  • Dolori muscolari,
  • Insufficienza renale.

Secondo gli esperti, il paracetamolo può anche causare danni mortali al fegato. I prodotti di degradazione di questo medicinale, infatti, possono sovraccaricare il fegato.

Questo rischio si corre soprattutto in caso di sovradosaggio o di uso prolungato.

ATTENZIONE: se stai assumendo paracetamolo e noti la pelle gialla, le feci notevolmente chiare e l’urina scura, potresti avere danni al fegato. Interrompi il medicinale e chiama il medico. Segni di danno renale includono dolori ai reni, sangue nelle urine e ritenzione idrica nel corpo, come gambe gonfie.

Il paracetamolo non va assunto se prendi determinati farmaci

Il paracetamolo è un antidolorifico provato e testato, ma non dovresti assumerlo in combinazione con altri antidolorifici. Alcuni principi attivi possono portare ad interazioni e danneggiare gravemente il fegato:

Evita il paracetamolo se stai assumendo:

  • carbamazepina,
  • Fenobarbital,
  • fenitoina,
  • sondacid,
  • metoclopramide,
  • domperidone,
  • colestiramina,
  • salicilammide,
  • zidovudina,
  • Rifampicina.

Per gli adulti la dose massima giornaliera è 4.000 mg e non bisogna superare i 5 giorni di cura.

Quali sono i gruppi a rischio con il paracetamolo

Alcuni soggetti non dovrebbero assumere paracetamolo:

  • Chiunque soffra di gravi danni al fegato o malattie renali non deve in nessun caso assumere paracetamolo.
  • In nessun caso dovresti bere alcolici prima, durante o dopo l’assunzione di paracetamolo.
  • Bambini: non esiste un’età minima, ma il dosaggio dipende dal peso corporeo del bambino. I genitori dovrebbero sempre consultare il proprio pediatra.
  • Donne incinte/madri che allattano: le donne incinte possono anche assumere il paracetamolo per un breve periodo.
  • Persone di età superiore ai 60 anni che hanno una malattia epatica o renale.

Il paracetamolo va sempre assunto sotto controllo medico.

In conclusione, il paracetamolo è un farmaco efficace per il controllo del dolore e della febbre, ma va utilizzato con moderazione e consapevolezza degli eventuali effetti collaterali.

La sua sicurezza dipende da un’assunzione responsabile, dal rispetto delle dosi consigliate e limitando il periodo di utilizzo. Prima di prolungare l’assunzione oltre le indicazioni specifiche o in presenza di condizioni di salute particolari, è sempre consigliabile consultare un professionista medico per garantire un uso sicuro e mirato a preservare la salute generale.