Sono di origine brasiliana, i due fratelli fermati in aeroporto a Bologna per l’omicidio del commerciante ambulante iraniano Safei Chakar Kiomars, consumatosi a Firenze il 30 novembre scorso. Quando i carabinieri li hanno individuati in mezzo alla folla, stavano per imbarcarsi: se non fossero stati arrestati avrebbero raggiunto il loro Paese natale, evitando la cattura.

Chi sono i due fratelli fermati per l’omicidio del commerciante ambulante iraniano a Firenze

I due giovani, di 19 e 24 anni, incensurati, vivevano a Firenze da oltre un anno senza permesso di soggiorno. Conoscevano Safei Chakar Kiomars, il commerciante ambulante trovato morto nella sua abitazione di via Francesco de Pinedo, nel quartiere Novoli, il 30 novembre scorso, perché entrambi, in diversi momenti, avevano lavorato al banco di souvenir di sua proprietà alla Loggia del Porcellino.

Secondo gli investigatori, avrebbero ucciso il 72enne iraniano nel corso di una rapina. Nel tardo pomeriggio di mercoledì 29 novembre si sarebbero presentati all’altezza del condominio del loro datore di lavoro incappucciati. Uno dei due sarebbe rimasto nei pressi dell’ingresso a fare da palo, l’altro sarebbe salito in casa dell’anziano. Al suo rientro, l’agguato mortale.

Dopo aver atteso che con le chiavi aprisse il portone di casa, il fratello presente nell’appartamento, per non farsi riconoscere, gli avrebbe messo una borsa di tela in testa, legandogli i polsi e chiudendogli la bocca con dello scotch per impedirgli di urlare. Lui avrebbe cercato, invano, di liberarsi. L’uomo intanto gli avrebbe sottratto l’incasso della giornata e il denaro che teneva in casa. Quanto, con precisione, non si sa.

Una volta uscito dall’abitazione, il brasiliano avrebbe lasciato l’anziano con il volto coperto, procurandogli, di fatto, la morte. Secondo gli esperti, infatti, Kiomars sarebbe deceduto dopo ore di agonia per asfissia. A trovarlo senza vita era stato il fratello, che dopo aver provato a mettersi in contatto con lui, non avendo ricevuto risposte, era andato a cercarlo a casa.

Il dettaglio del malore accusato da uno dei fratelli al mercato

Ad incastrare i due fratelli brasiliani sarebbero state le immagini catturate da alcune videocamere di sorveglianza installate nei pressi dello stabile in cui il commerciante ambulante viveva. Ma anche le dichiarazioni di alcuni testimoni, persone che, come loro, lavoravano al mercato del centro di Firenze e la mattina della morte di Kiomars avrebbero assistito a degli strani atteggiamenti da parte di uno dei due fermati.

Forse non si aspettavano che l’anziano sarebbe morto. Quando la notizia del suo decesso era iniziata a circolare tra i banchi, l’uomo avrebbe quindi accusato una sorta di mancamento, attirando l’attenzione degli altri lavoratori.

Abbiamo pensato tutti che fosse una reazione a quanto ci avevano appena detto. Eravamo un po’ tutti sotto schock d’altra parte. E invece…

ha raccontato uno di loro a “La Nazione”, spiegando che il giovane era rimasto l’unico a lavorare per Kiomars, dopo che il fratello era stato mandato via a causa di alcune incomprensioni. Nonostante i problemi avuti con l’altro, Kiomars aveva deciso di dargli una chance. Non poteva immaginare che quell’atto di gentilezza gli si sarebbe rivoltato contro.

Il ricordo della vittima

In tanti a Firenze sono rimasti sconvolti dalla morte del 72enne, che tra i vicoli del centro città aveva conquistato tutti. Kiomars, infatti, era arrivato da molti anni, per studiare Belle Arti. Era il 1976 quando, insieme ai tre fratelli, si stabilì nella città di Dante, iniziando a lavorare come commesso al famoso mercato, dove più tardi avrebbe acquistato una bancarella tutta sua.

Un traguardo raggiunto facendo enormi sacrifici. Un sogno conquistato, che alla fine gli è stato tolto. C’è chi lo ricorda mentre dà da mangiare ai suoi connazionali; chi mentre, per proteggersi dal freddo, indossa una sciarpa della Fiorentina. Il suo volto è noto a tutti e per tutti quelli che lo hanno conosciuto resterà un vivo ricordo.