Ex arbitro, dirigente sportivo e uomo di sport a 360 gradi. Rosario Lo Bello è stato uno dei più noti e importanti direttori di gara tra gli anni Ottanta e Novanta. Deciso, talentuoso e risoluto, dava sempre la sensazione di avere il polso del match in mano. Tra il 1983 e il 1992 ha svolto anche l’attività internazionale. Per commentare Napoli-Inter e le polemiche arbitrali nei confronti di Massa, Lo Bello è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Napoli-Inter, polemiche arbitrali, Lo Bello a Tag24

A guardare semplicemente il tabellino potrebbe sembrare non ci sia stata partita. Ma non è così e Napoli-Inter ha detto e dato molto di più del 3 a 0 finale. Un match giocato da entrambe le formazioni a viso aperto, con tante occasioni importanti da una parte e dall’altra e tra due formazioni vive e in salute. Alla fine la spunta, in maniera rotonda, la squadra di Inzaghi, ma la sconfitta è un boccone amaro da mandare giù per i campani. A farla da padrona infatti sono state le polemiche arbitrali. Nel post partita, davanti ai microfoni delle tv, non si è presentato Mazzarri ma il direttore sportivo, arrabbiato e deluso della gestione di Massa. Il Napoli recrimina per due episodi, entrambi decisivi per l’economia del match. Per commentare Napoli-Inter e le polemiche arbitrali, l’ex arbitro, Lo Bello è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Andiamo per gradi: il Napoli contesta la decisione arbitrale in occasione del primo gol, per il contatto tra Lautaro e Lobotka. Rete del vantaggio da annullare?

“Non mi sembra un contatto, è stato proprio un abbraccio da parte di Lautaro. Credo ci sia poco altro da commentare. È un fallo evidente che è sfuggito. Può capitare, sono tutti maggiorenni e vaccinati e sicuramente perfettibili. È un errore e può succedere”.

Il secondo episodio dubbio è invece il contatto tra Acerbi e Osimhen. Era calcio di rigore?

“Sinceramente in questo caso non mi sentirei di andare contro Massa. Non mi pare che ci sia uno sgambetto così chiaro ed evidente. È un contatto, una strusciata di gamba e l’arbitro è molto vicino. Penso che al direttore di gara spetti sempre l’ultima parola, specie quando è posizionato così bene. Da vicino si vedono e si percepiscono cose che non si possono valutare da lontano, nemmeno con la moviola e con il Var. È sul campo che si sente e si misurano il contatto e l’entità del colpo. Sono sensazioni che si percepiscono”.

Nel post partita il Ds Meluso e il presidente De Laurentiis hanno attribuito la sconfitta alle decisioni arbitrali. Lo ritiene eccessivo?

“Nella prima occasione l’arbitro è stato sfortunato, o meglio direi poco attento, ma può capitare. Gli arbitri sono uomini e quindi geneticamente imperfetti. È da qui che nascono gli errori. Piuttosto ci sarebbe da sottolineare la funzionalità del Var. Lungi da me criticare, anche perché quella che ho vissuto è stata un’esperienza meravigliosa. Però mi domando: da cosa è scaturita la necessità di avere una revisione critica di ogni azione?”.

E che spiegazione si è dato?

“Il Var nasce dall’esigenza di fare chiarezza su episodi poco chiari. Mi piacerebbe tanto fare ancora l’arbitro (ride n.d.r), ma sapete cosa farei io? Spiegherei come intendo impostare la prestazione, in un briefing pre-partita e chiederei semplicemente di segnalarmi ciò che mi sfugge, rispettando sempre il protocollo. La responsabilità ultima deve essere sempre dell’arbitro in campo e il Var non deve decidere cosa dire o non dire al direttore di gara. Se c’è un’azione dubbia, va segnalata e poi l’arbitro valuta se è il caso di andarla a vedere oppure no. Anche perché è chi sta in campo che dirige tutto e gli elogi o le critiche cadono sempre su chi ci mette la faccia”.

Quindi in occasione del primo gol il Var sarebbe dovuto intervenire?

“L’arbitro andava allertato, poi avrebbe dovuto decidere lui. Può capitare che un’azione sia conclusa e ci sia stato un errore. L’arbitro è fatto della stessa materia dei giocatori”.

In questa stagione c’è stato l’inserimento di Open Var, una prima apertura da parte del mondo arbitrale. Che ne pensa?

“Questa è trasparenza che viene applicata. Non c’è niente da nascondere, gli arbitri fanno il loro dovere e può capitare che sbaglino. Devono essere aiutati e se diamo l’opportunità di avere il Var ne dobbiamo approfittare”.