Matteo Salvini non ci sta ed esprime tutta la sua vicinanza al gioielliere della provincia di Cuneo, condannato a 17 anni dai giudici di Asti. L’uomo, di nome Mario Roggero, aveva reagito ad una rapina sparando a morte all’indirizzo di due malviventi e ferendone un terzo.
Oggi è arrivato il verdetto del Tribunale, che oltre alla condanna alla reclusione, ha imposto all’orafo un risarcimento da 460mila euro ai familiari delle vittime. Una sentenza certamente destinata a far discutere, che il vicepremier ha subito voluto commentare.
L’arringa di Salvini a favore del gioielliere condannato: “Ha difeso se stesso e la sua famiglia”
Salvini, infatti, si fa da sempre portavoce della cosiddetta “difesa sempre legittima” insieme al suo partito. Inammissibile, per i leghisti, il fatto che un commerciante debba essere condannato per aver cercato di impedire un furto, seppur con la forza.
Piena solidarietà a un uomo di 68 anni che, dopo una vita di impegno e di sacrifici, ha difeso la propria vita e il proprio lavoro. A meritare il carcere dovrebbero essere altri, veri delinquenti, non persone come Mario.
Il fatto che ebbe Mario Roggero come protagonista suo malgrado risale all’aprile del 2021. Già in passato il leader della Lega si era espresso sul caso, ancora una volta per difendere il negoziante.
Ha difeso se stesso e la sua famiglia ed è indagato per omicidio colposo e eccesso di legittima difesa.
Secondo i giudici la pistola non poteva essere portata fuori dal negozio
Evidentemente, però, i magistrati la pensano in modo diametralmente opposto. Confermato in blocco l’impianto accusatorio della Procura: i capi d’imputazione ai danni del commerciante sono quelli di duplice omicidio volontario, tentato omicidio e porto abusivo d’arma da fuoco.
Sul banco degli imputati, infatti, è finita la pistola utilizzata per sparare ai rapinatori. Secondo la legge, l’arma non poteva essere portata fuori dal negozio. Roggero ha esploso i colpi al culmine di un vero e proprio inseguimento ai danni dei malviventi, con i proiettili che li hanno raggiunti in strada.
Dal canto suo l’anziano imputato, anche durante le precedenti fasi del processo, non si è mai pentito della sua condotta.
Sembra una formula uno ma agli italiani non ci pensa nessuno!