Matilda è una delle produzioni più attese dell’anno al Teatro Sistina di Roma, con la regia di Massimo Romeo Piparo e un cast fantastico guidato da un’inedito Luca Ward che per la prima volta sul palcoscenico interpreta una donna. Il grande attore e doppiatore presta infatti il volto, con moltissimo trucco, alla preside Trinciabue per una delle sfide più divertenti della sua carriera. Noi lo abbiamo incontrato nella pancia del tempio della commedia musicale italiana, ci ha parlato anche dei giovani con la difficoltà della scuola di saperne gestire la crescita a causa delle famiglie.

Matilda al Sistina, Luca Ward nell’intervista video racconta la sua preside Trinciabue 

Luca Ward che tipo di voce ha lei in Matilda in scena al Sistina?

“È molto suadente, quella parte più leggera della mia. Una voce particolare che abbiamo trovato, ma più che altro è il modo di dire le cose. Parlo come parlerebbe una donna con una voce da uomo, ma sembra assolutamente credibile nei panni femminili”.

Com’è stato il tuo avvicinamento a questo ruolo e qual è la prima cosa che hai pensato quando ti è stato proposto?

“Ho detto di no (ride ndr). Ho detto di no perché il ruolo è complesso, molto difficile da fare perché poi ci vuole l’imponenza, devi essere proprio alto, grosso, imponente. Dovevi portare in scena un donnone con una settima di seno e non è semplice”.

Tu sei un maestro del doppiaggio, pensi che questo tuo saper giocare con la voce cambiandola possa averti aiutato?

“Ma guarda, no, non è così. Un conto è doppiare un film, un altro è fare teatro, sono due cose completamente diverse. Io non sapevo proprio da dove cominciare, pur avendo una buona abilità dialettica. Abbiamo dovuto fare tutta una serie di prove ed esperimenti perché nessuno di noi sapeva dove andare a parare. In Inghilterra lo mettono in scena in maschera, noi possiamo fare la stessa cosa perché abbiamo una cultura della voce completamente diversa.

Un’altro aspetto in questo musical si balla, si canta com’è con quelle protesi riuscire anche a fare determinate performance di ballerino?

“Difficilissimo, è molto  difficile perché io lavoro con un’impalcatura gigantesca tutta in gommapiuma, quindi sudo moltissimo e la pelle non respira. È vero che ho delle pause fra una scena e l’altra per recuperare, però è molto difficile. Poi cantiamo delle canzoni che non sono semplicemente difficili, ma davvero complicatissime, pensate che una dura quasi 8’. Non so come farò con la memoria, poi comunque siamo davvero velocissimi perché non è televisione o cinema, dobbiamo essere rapidi ad entrare in scena in qualsiasi momento e altreytanto rapidamente potrebbe succedere una qualsiasi cosa. Poi il trucco richiede un’ora di preparazione, comunque meno di Tale e Quale (ride ndr)”.

Ti diverte indossare queste protesi per il seno?

“Mi piace moltissimo, sopratutto perché mia moglie ha una settima di seno ed è una donna bellissima. Ora ho le stesse tette, anche se lei  più bella di me. Diciamo che la mia Trinciabue è un tipo,  c’ha il suo perché  e sono sicuro che quando uscirò dal teatro mi faranno tutti delle fotografie, soprattutto gli uomini”.

La scuola in questo periodo è un po ‘in difficoltà, da papà come pensi che si possa rimettere nella giusta carreggiata? L’arte che contributo può dare?

“Ci vuole la volontà delle famiglie di riallacciare quel filo che c’era quando io ero ragazzo, tra scuola e genitori. La scuola era la lunga mano dei genitori, ora invece si scagliano spesso contro idocenti, le maestre, gli insegnanti solo perché il figlio ha preso un brutto voto e non siamo più abituati a dire dei no. Sarà molto difficile sistemare le cose”.

La tua preside metterebbe una nota agli studenti se facessero, come purtroppo capita sempre più spesso, delle dirette su Tik Tok in classe?

“Nessuna nota, gli butterei direttamente il telefono. A scuola il telefono non si usa. Bisogna mettere delle regole, noi le stiamo togliendo tutte e non abbiamo capito questo dove ci sta portando. Per guidare si mettono le cinture di sicurezza, il casco n moto, si va a 130 in autostrada e a 30 all’ora nelle città, poi questi a scuola fanno come cavolo gli pare. Ma di che stiamo parlando? All’epoca non c’erano i telefonini, ma se avessi fatto come loro e portato in classe un commodore 64 mi sospendevano per un mese e mezzo. Se non mettiamo delle regole è un gran casino per tutti”.

Matilda le date al teatro Sistina

Matilda andrà in scena al Teatro Sistina di Roma dal 7 dicembre al 7 gennaio 2024.