Polemica degli operai irregolari che stanno lavorando per le Olimpiadi 2024 a Parigi. Venerdì 1 dicembre, infatti, gli operai hanno occupato per una parte di giornata il cantiere di quella che sarà la futura Arena di Porte de la Chapelle. Questa sarà l’unica nuova struttura costruita a Parigi in vista dell’Olimpiade del 2024 e che ospiterà le prove di ginnastica ritmica e di badminton. Mancano ormai sette mesi all’inizio della manifestazione sportiva per eccellenza, che come sempre attira diverse persone sul posto e in tv, ma dove ancora ci sono diverse ombre nonostante manchi poco tempo. Ombre e difficoltà che dipendono anche da fattori extra organizzazione della competizione, ma dal moltiplicarsi e dall’aggravarsi dei vari pericoli globali. Dal rischio attentati terroristici all’immigrazione clandestina finendo per le varie guerre, nel concreto quella in Medio-Oriente.

Niente documenti, niente Giochi

Questo il testo dello striscione apparso alla futura Arena di Porte de la Chapelle a Parigi. Una frase breve, ma emblematica, con i lavoratori che chiedono il riconoscimento dei propri diritti. Di seguito il punto sugli operai irregolari e sulla situazione a Parigi in vista dell’Olimpiade del 2024.

Olimpiadi Parigi 2024, la protesta degli operai irregolari

“Giochi sostenibili e inclusivi”. Questo lo slogan su cui batte la sindaca di Parigi Anne Hidalgo da diversi mesi parlando delle Olimpiadi del 2024 in programma in città. Slogan rimarcato e ribadito più volte soprattutto dopo le polemiche legate al Mondiale in Qatar a fine 2022 sullo sfruttamento dei lavoratori immigrati. Adesso il problema dei lavoratori irregolari rischia di macchiare questa impronta dei giochi che Parigi ha voluto dare sin dal primo momento. Tanti lavorati nei cantieri per Parigi 2024 sono infatti provenienti dall’Africa subsahariana, in particolare dal Mali, e hanno attraversato il Mediterraneo a bordo dei barconi. Il motivo è cercare un lavoro in Italia o – come in questo caso – in Francia.

Adesso Parigi è alla ricerca disperata di manodopera perché impegnata in una corsa contro il tempo per il 26 luglio 2024, giorno della cerimonia d’apertura sulla Senna. Ma chi lavora sei giorni su sette alla settimana per una paga pari a 1.500 euro al mese, senza certezze d’orari prestabiliti e senza possibilità di guadagnare di più con gli straordinari (non retribuiti), in molti casi rimane un immigrato irregolare e che perciò non ha possibilità di far valere i propri diritti. Dopo un primo sciopero indetto nella giornata del 17 ottobre, circa cinquanta immigrati irregolari sono tornati a manifestare grazie all’appoggio del sindacato “Confédération nationale des travailleurs-Solidarité ouvrière (CNT-SO)”.

Le accuse degli operai

I manifestanti continuano ad accusare Vinci e Bouygues, enormi aziende dell’edilizia francese, che secondo quanto ribadito dagli immigrati irregolari, stanno ostacolando il loro percorso verso l’ottenimento di regolari documenti. Ma la questione riguarda anche e soprattutto alcune piccole società, che fanno da intermediari tra le imprese di costruzioni e i lavoratori, e che si trovano spesso costretti a utilizzare l’identità di uno dei pochi lavoratori regolari.

Nel corso della manifestazione, i lavoratori sono stati accolti all’interno del municipio del XVIII arrondissement, che ha la competenza per l’Arena di Porte de la Chapelle, con Emmanuel Grégoire, vicesindaco di Parigi, che ha mostrato sostegno.

Siamo totalmente al fianco di questi lavoratori e li aiuteremo a vedere tutelati i loro diritti.

In più, i conflitti che stanno interessando il mondo sono una costante minaccia in vista di una manifestazione così grossa come le Olimpiadi, che tra cantieri, esercito e tanto altro, hanno ancora tanto lavoro da fare entro il mese di luglio. Poi non ci sarà tempo. Il sipario di Parigi 2024 si aprirà e le manifestazioni sportive si prenderanno la scena.