Peculato aggravato, falsità ideologica, falsa perizia. Questi i reati di cui dovrà rispondere Matteo Minna: ma chi è l’avvocato arrestato a Genova? Amministratore di sostegno di diversi cittadini, si sarebbe appropriato indebitamente di un totale di 817mila euro da 4 assistiti. Per lui sono scattati gli arresti domiciliari, emessi dal gip del tribunale di Genova, eseguiti dalla Guardia di Finanza.

Chi è Matteo Minna? L’avvocato era stato già indagato in passato per la vicenda di Paolo Calissano

Secondo quanto ricostruito dalle indagini proprio delle Fiamme Gialle, l’avvocato per mesi avrebbe redatto delle relazioni false in merito all’andamento delle amministrazioni, raggirando anche il giudice tutelare di Genova che doveva vigilare sugli incarichi.

Inoltre, secondo l’accusa, per diversi mesi avrebbe prelevato contanti, oppure girato dei bonifici sui propri conti personali. A dare l’avvio alle indagini alcune segnalazioni dell’ufficio del giuduce tutelare, secondo cui c’erano alcune irregolarità nella gestione dei vari patrimoni.

Matteo Minna era già noto alle cronache. Infatti, in passato, era stato già indagato per peculato e circonvenzione di incapace nel suo ruolo di amministratore di sostegno dell’attore Paolo Calissano, poi deceduto nel dicembre 2021. Gli avrebbe infatti sottratto circa 500mila euro in poco meno di 10 anni.

Cosa viene contestato a Minna

L’avvocato, stando a quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, agiva sui movimenti di denaro senza rendicontarli al giudice tutelare; oppure venivano giustificati con pagamenti di fatture, in realtà false, per consuelenze mai rese.

In particolare, in riferimento a una pratica di amministrazione di sostegno per cui il giudice tutelare di Genova aveva nominato un consulente tecnico- con l’obiettivo di esaminare la sua gestione- l’indagato aveva presentato fatture false. In alcuni casi queste fatture riproducevano numeri e date di altri documenti, oppure erano dei duplicati.

Nei confronti di Minna- oltre agli arresti domiciliari- è stato eseguito un sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, beni immobili e altri beni per una cifra di 817.326,18 euro. Ossia pari alla somma di cui l’indagato è accusato di essersi intascato a danno dei propri assistiti.