Nella giornata di ieri è andato in scena un nuovo referendum in Venezuela che potrebbe comportare l’intenzione da parte dell’esecutivo locale di annettere parte del territorio della vicina Guyana. Le venti milioni di persone chiamate al voto si sono dette favorevoli per la creazione di una provincia venezuelana all’interno dell’Esequibo, ossia una zona amministrata dalla Guyana particolarmente ricca di petrolio e minerali preziosi.
Referendum Venezuela, il rischio della guerra per l’annessione del Guyana
È chiaro l’intento da parte del Presidente Maduro di mettere pressione alla Guyana, provando a sfruttare anche il furor di popolo per rinforzare la propria posizione. È da due secoli che il Venezuela rivendica il territorio dell’Esequibo e – ad ora – non è chiaro quale sarà il prossimo passo da parte dell’esecutivo locale. Stiamo parlando di un territorio strategico sotto il profilo della presenza di risorse naturali.
Dall’altra parte, ovviamente, la Guyana ha risposto al referendum parlando di dirette “provocazione esplicite” da parte dello stesso Venezuela. Maduro, peraltro, potrebbe aver approfittato dell’argomento anche in vista delle elezioni presidenziali del prossimo anno. Anche perché un’azione militare in Guyana sembra essere una opzione oggettivamente remota e andrebbe in conflitto con quanto previsto dalla Costituzione del paese.
Le parole del presidente Maduro
Ovviamente c’è soddisfazione da parte di Nicolás Maduro. Il presidente venezuelano ha commentato in questa maniera l’approvazione del referendum:
Con la schiacciante vittoria nel referendum sull’Esequibo abbiamo dato i primi passi per una nuova tappa storica. Il vero vincitore è stato il popolo venezuelano con l’esercizio pieno della sovranità che gli conferisce la Costituzione bolivariana. Gli sconfitti sono invece il governo guyanese che si è appropriato dell’Esequibo oltre alla compagnia petrolifera statunitense ExxonMobil che lo finanzia.
Quindi, la chiosa finale da parte del numero 1 del paese:
La ExxonMobil si è intascata 22.000 milioni di dollari, mentre alla Guyana ne sono andati soltanto 3.000 milioni. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla costruzione del successo che emerge dal referendum, compresi quei partiti dell’opposizione che hanno convinto i loro militanti ad esprimere un voto.
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