Giovedì 7 dicembre, l’Università di Messina conferirà il dottorato di ricerca honoris causa in Scienze cognitive al regista e sceneggiatore Marco Bellocchio. L’84enne autore piacentino, da mezzo secolo nella galleria dei più grandi protagonisti della Settima Arte nel nostro Paese, sarà celebrato in una cerimonia prevista nell’aula magna dell’ateneo, alle 10.30.

Cinema, l’Università di Messina conferirà il dottorato h.c. a Marco Bellocchio

La Lectio doctoralis di Bellocchio riguarderà la sua produzione: una carriera iniziata dietro la macchina da presa nel 1961, con il cortometraggio “Abbasso il zio“, ed esplosa ufficialmente nel 1965 con il primo lungometraggio: lo straordinario “I pugni in tasca“, il film simbolo del Sessantotto italiano, fino all’ultimo in ordine di tempo, “Rapito” (i cui incassi sono stati devoluti per una nobile causa). La Laudatio sarà affidata al professore ordinario di Cinema, Fotografia e Televisione, Federico Vitella.

Questa la motivazione ufficiale dell’ateneo siciliano:

[Marco Bellocchio] ha saputo rinnovarsi costantemente, rimanendo però sempre fedele non solo a uno stile inconfondibile, ma anche ad alcuni temi portanti che ne definiscono trasversalmente l’intero orizzonte di poetica.

Più di mezzo secolo di una carriera straordinaria

Grande argomento da studiare e sondare, per Bellocchio, il rapporto con il potere costituito. Sia esso reale (seppure astratto) o “sovrannaturale”, come in “L’ora di religione” del 2002. E grande l’impegno sul caso Moro, scandagliato sia con “Buongiorno, notte” del 2003 che con “Esterno notte” del 2022, grazie al quale ha ricevuto il David di Donatello.

Non certo l’unico premio in carriera. Nonostante il cinema di Bellocchio sia da sempre ben distante da red carpet e dejeuner di stampo hollywoodiano vari, le sue opere gli sono valse una Palma d’oro onoraria, un Orso d’argento, sette David (di cui uno alla carriera), dodici Nastri d’argento (Bellocchio è stato protagonista, tra le altre, dell’ultima edizione), sette Globi d’oro (uno alla carriera), due Ciak d’oro, un Premio Flaiano e, a Venezia, un Leone d’argento, un Premio Osella e un Leone d’oro alla carriera.