Negli ultimi tempi, la zona dei Campi Flegrei ha mostrato un sollevamento del suolo particolarmente significativo, culminato in sciami sismici, con terremoti che hanno raggiunto una magnitudo di 4.2. Questo fenomeno, tradizionalmente associato al bradisismo, tipico di quest’area geologica, potrebbe avere una spiegazione più complessa. Secondo l’ultimo verbale della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei Grandi Rischi (CGR), ci sarebbero evidenze che suggeriscono un coinvolgimento del magma in questa dinamica. Questa nuova interpretazione si basa sull’analisi dei dati satellitari e sulla composizione chimica dei gas emessi dalle fumarole dell’area. Ecco gli ultimi aggiornamenti sui Campi Flegrei.

Campi Flegrei ultimi aggiornamenti: cosa dicono le analisi satellitari e chimiche

Il verbale CGR evidenzia come l’analisi delle immagini satellitari InSAR, relative al periodo 2015-2022, abbia rivelato un’insolita deformazione del suolo nei Campi Flegrei. Questo sollevamento, che ha raggiunto il picco di +113 cm nel Rione Terra a Pozzuoli, è stato interpretato come l’effetto di fluidi magmatici a una profondità di circa 4 km. Tuttavia, per spiegare pienamente la deformazione osservata, gli esperti suggeriscono l’esistenza di un’altra sorgente di pressione a una profondità di 7-8 km, probabilmente legata direttamente al magma.

Campi Flegrei ultimi aggiornamenti: le fumarole sono segnali di allarme?

Un’altra fonte di preoccupazione riguarda l’analisi delle fumarole nella regione. Dal 2021, si è osservato un aumento nella temperatura delle fumarole, superando i 450 °C, e un incremento delle concentrazioni di idrogeno solforato (H2S) nei gas emessi. Questi cambiamenti hanno evidenziato un’origine sempre più ibrida delle fumarole, combinando elementi idrotermali e magmatici, un’indicazione che potrebbe essere compatibile con una risalita del magma.

Inoltre, i dati gravimetrici indicano uno spostamento di massa verso la superficie, con una media di 6 milioni di tonnellate all’anno dal 2012. Questo dato è in linea con un’origine ibrida del fenomeno. Le osservazioni geochimiche confermano un aumento significativo delle concentrazioni dei gas riducenti nelle fumarole dal 2018, un ulteriore segnale di un coinvolgimento magmatico nel processo bradisismico.

Le possibili esplosioni freatiche: cosa sono?

Un rischio significativo nei Campi Flegrei è quello di esplosioni freatiche. Queste possono verificarsi quando il calore del magma superficiale fa evaporare l’acqua nel sottosuolo, creando un accumulo di vapore sotto pressione. Il verbale CGR sottolinea la presenza di strati argillosi impermeabili a una profondità di 100-200 metri, che potrebbero agire come un “tappo” per queste potenziali esplosioni.

Fratturazioni della crosta di superficie e il ruolo dei sistemi di monitoraggio

È essenziale comprendere come il processo di sollevamento e le attività magmatiche possano influenzare la stabilità della crosta terrestre. Modelli di previsione come i Failure Forecast Models analizzano l’evoluzione dei parametri di sismicità e deformazione del suolo. Questi modelli suggeriscono che il processo di fratturazione della crosta possa accelerare, portando a condizioni critiche in un arco temporale relativamente breve.

Campi Flegrei ultimi aggiornamenti: lo studio su Nature

Le recenti scosse sismiche nei Campi Flegrei hanno suscitato allarme nella comunità locale. Una pubblicazione su Nature, ha esplorato il fenomeno. La ricerca ha evidenziato che la prossima eruzione dei Campi Flegrei potrebbe avvenire senza segnali premonitori evidenti. Il rischio maggiore risiede nella trasformazione dei flussi magmatici e nella loro risalita verso la crosta terrestre. La ricerca su Nature sottolinea che i vulcani, dopo lunghi periodi di inattività, devono rompere la crosta terrestre per eruttare. Questo processo è caratterizzato da variazioni nel tasso di sismicità e movimenti del suolo, come dimostrato dai quattro episodi di sollevamento del terreno nella caldera dei Campi Flegrei dal 1950.

I dati aggiornati mostrano cambiamenti nella struttura della crosta, fondamentali per valutare il potenziale eruttivo del vulcano. Gli episodi di disordine nella crosta, osservati per decenni, appartengono a una sequenza evolutiva unica, rendendo obsolete le previsioni convenzionali di eruzione. Questi episodi possono anche influenzare la percezione del rischio da parte delle comunità locali.

Il vulcano è attivo dal 1950, con l’ultima eruzione nel 1538. La ricerca indica che il comportamento del vulcano sta cambiando, con l’accumulo di gas magmatico a circa 3 km di profondità, inducendo una lenta rottura della crosta. Questo potrebbe facilitare la risalita di magma e gas. La caldera ha subìto quattro fasi di movimento, con sollevamenti significativi di Pozzuoli. La maggior parte dei terremoti associati sono stati di magnitudo bassa, concentrati lungo il sistema di faglia di La Starza. La ricerca suggerisce che la rottura iniziata nel 1984 sta avanzando verso la superficie, coerente con la rottura di una faglia sigillata.

L’impatto economico di una eventuale eruzione nei Campi Flegrei

La potenziale eruzione dei Campi Flegrei potrebbe avere un impatto devastante sull’economia italiana, con la proiezione di un danno economico pari all’1% del PIL nazionale, traducendosi in circa 30 miliardi di euro. Questa stima, emersa da una ricerca condotta dall’IRISS (Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo), si basa sui Piani di emergenza della Protezione Civile e considera i costi diretti e indiretti di un’eventuale emergenza vulcanica.

In caso di un’eruzione, l’evacuazione dell’area flegrea sarebbe un’operazione complessa e costosa. I Piani di emergenza delineano un piano di azione per l’evacuazione delle zone più a rischio, coinvolgendo circa 3 milioni di persone situate entro 15-20 chilometri dal vulcano. La preparazione e l’esecuzione di tale evacuazione richiederebbero risorse finanziarie ingenti, stimando quindi un impatto economico annuale di oltre 30 miliardi di euro.

Sisma bonus assente: le reazioni

Nonostante l’evidente rischio, attualmente non è previsto un “Sisma Bonus” per mettere in sicurezza le abitazioni private nell’Area Flegrea. Questo lascia i residenti in una condizione di incertezza, in attesa di ulteriori valutazioni e investimenti da parte dello Stato.

Il Decreto-legge sui Campi Flegrei stabilisce varie misure per la gestione dell’emergenza. In particolare, l’articolo 6 del decreto prevede che, in caso di allontanamento dalle abitazioni a causa dei danni del bradisismo, i residenti flegrei possano essere ricollocati temporaneamente in altre località della Campania. La Protezione Civile nazionale avrà il compito di coordinare l’allestimento di strutture temporanee per l’accoglienza della popolazione, con una dotazione finanziaria di 4.050.000 euro per il 2023.

I sindaci di Napoli, Bacoli e Pozzuoli hanno espresso disappunto per la mancata approvazione del Sisma Bonus, sottolineando la necessità di questo strumento per rendere i Campi Flegrei più resilienti al bradisismo, e continuando a richiedere al Governo di dare priorità a questa misura, considerandola essenziale per la sicurezza di migliaia di persone.