Anche l’allenatore della Juve Massimiliano Allegri scende in campo per restaurare il Gabbione di Livorno, danneggiato dalla mareggiata del 2 dicembre. “Sono profondamente addolorato per quanto accaduto – ha detto al sindaco Luca Salvetti – Da cittadino livornese non posso che condividere la preoccupazione delle persone direttamente coinvolte da quanto accaduto e sono pronto a dare una mano”.
Ma cos’è il Gabbione tanto caro ad Allegri lo spiega in un articolo Livorno Today: “Un connubio, quello tra mare e pallone, che fu voluto niente di meno che dal livornesissimo Armando Picchi, leggenda dell’Inter degli anni ’60 che si impose all’attenzione degli addetti lavori proprio con la maglia amaranto, indossata con orgoglio per cinque stagioni prima di tornare da allenatore nell’annata 1969/1970. Il celebre difensore, ancor prima di affermarsi nel grande calcio, era infatti un abituale frequentatore dei bagni Fiume e nel 1953, sul campo di basket dello stabilimento balneare, fece costruire un gabbione, ovvero un campo recintato da rete metallica alta circa cinque metri, per evitare che il pallone finisse in mare durante le sfide con i suoi amici Enrico Capecchi, Enrico Falorni e Mauro Lessi”.
Il Gabbione ha fatto la storia di Livorno e del calcio
Fu una rivoluzione e i gabbioni si diffusero ben presto. Il campo è privo di linee laterali e di fondo, evita la fuoriuscita del pallone che resta sempre in movimento e le partite hanno ritmi frenetici. Il Gabbione ha influenzato il modo di allenatore di alcuni tecnici: Corrado Orrico lo adottò per la Carrarese e venne imitato da Arrigo Sacchi, che lo esportò al Parma e poi al Milan. Ora la forza del mare ha danneggiato il Gabbione e Allegri ne vuole la rinascita perché è un pezzo di storia di Livorno e del calcio.
Stefano Bisi