L’Ucraina guidata da Zelensky si trova di fronte a un’accusa di “involuzione autoritaria” che minaccia di farla assomigliare sempre di più alla Russia: le critiche giungono non da avversari putiniani, ma da prominenti figure dell’opposizione, tra cui l’ex presidente Petro Poroshenko e il sindaco di Kiev Vitali Klitschko. Zelensky, inizialmente sostenuto dall’opposizione nella resistenza all’invasore, è ora nel mirino delle accuse di autoritarismo.

Le accuse di autoritarismo a Zelensky: “Poroshenko trattenuto in Ucraina”

Secondo Poroshenko, Zelensky ha impedito il suo viaggio all’estero, con l’accusa di “aiutare” il Cremlino. La decisione di Poroshenko di incontrare il primo ministro ungherese Viktor Orbán è stata interpretata da Kiev come un atto contro gli interessi ucraini, con la possibilità che Mosca sfrutti l’incontro per fini propagandistici. Il Servizio di sicurezza ucraino (Sbu) ha confermato il divieto, sottolineando la posizione anti-ucraina di Orbán.

Il governo ungherese ha reagito prontamente, definendo l’accusa contro Orbán come “assurda” e aggiungendo che tali episodi e “purghe politiche” dimostrano che l’Ucraina non è ancora pronta per l’adesione all’Unione Europea. Le tensioni crescenti mettono in dubbio l’unità nazionale, già indebolita da oltre ventidue mesi di guerra.

Elezioni in Ucraina rimandate

Le elezioni previste per marzo 2024 potrebbero essere rimandate, come dichiarato da Zelensky, per evitare la disintegrazione nel contesto delle polemiche politiche. Tuttavia, tali dichiarazioni suscitano ulteriori preoccupazioni sulla direzione autoritaria del paese, secondo le critiche di Poroshenko e Klitschko.

Il sindaco di Kiev, Klitschko, ha avvertito che l’Ucraina rischia di somigliare alla Russia, dove il potere è concentrato nelle mani di un solo individuo. In un’intervista recente, ha sollevato dubbi sulla preparazione del paese per la guerra, accusando Zelensky di negare la realtà della situazione. Klitschko ha dichiarato che Zelensky sta pagando per gli “errori” commessi e ha sostenuto il capo di stato maggiore ucraino, il generale Valery Zaluzhny, che aveva precedentemente indicato lo stallo nella guerra.