Nella domenica in cui Firenze ospita l’estrema destra del Vecchio Continente, in convegno in vista delle prossime elezioni europee, non mancano le critiche ai sovranisti del sindaco della città di Dante, Dario Nardella. Ospite del programma condotto da Monica Maggioni su Rai 3 “In mezz’ora“, il primo cittadino risponde allora all’organizzatore Salvini, ma si offre anche per affrontarle da protagonista quelle elezioni.

Il sindaco di Firenze Nardella: “Raduno dei sovranisti? Un flop, noi siamo europeisti”

Penso che questo raduno sia stato un mezzo flop: Le Pen non è venuta e neanche Wilders. Il bilancio politico di questo incontro ha avuto pochi effetti, se non di marcare una differenza nel centrodestra.

Ha detto così Nardella, riferendosi alla spaccatura a quanto pare netta tra il leader della Lega, Matteo Salvini, e il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, che storce il naso all’idea di ritrovarsi a correre in una competizione elettorale con forze a lui non gradite.

La Lega è la Lega, con la quale condividiamo un programma comune – ha detto Tajani – altre forze come Alternative für Deutschland e Front National (oggi Rassemblement National, ndr) non hanno nulla a che vedere con noi.

Tornando a Nardella e a “Free Europe”, l’iniziativa voluta da Salvini nel capoluogo toscano, il sindaco ha aggiunto:

Nessuno ha mai voluto cacciare questi partiti. La nostra è una città aperta, altrimenti avremmo un atteggiamento simile a chi vuole chiudere i confini. Abbiamo solo detto che i nostri valori sono incompatibili con quelli dell’ultradestra. La storia di Firenze è europeista.

E qui il riferimento è all’euroscetticismo dei convenuti in Toscana.

Nardella: “Una mia candidatura alle Europee? Decide il Pd”

Proprio perché la storia della nostra città è europeista, il raduno dei sovranisti è suonato come una provocazione. Ho lanciato un appello ai cittadini a manifestare senza cadere in espressioni intolleranti. Poi c’è stata anche un po’ di mistificazione sulle mie parole. Ci mancherebbe che gli Uffizi non fossero aperti a questi signori, ma io ho detto che non si deve politicizzare questo grande simbolo di cultura.

Dunque la domanda cruciale: si candiderà alle elezioni europee?

Io amo l’Europa, mi piacerebbe impegnarmi, ma non decido io, bensì il Partito democratico.