La giornata odierna della Cop28 negli Emirati Arabi Uniti è stata segnata dalla presenza sempre ingombrante del suo presidente e padrone di casa Sultan al-Jaber. Da inviato speciale per il clima degli Emirati Arabi Uniti e soprattutto da presidente di una compagnia petrolifera, le sue dichiarazioni durante un forum online hanno accesso fortissime polemiche: “Nessuna scienza sostiene che l’eliminazione graduale del petrolio risolverà i problemi del clima“.

Per al-Jaber l’eliminazione dei combustibili fossili non è utile per salvaguardare gli attuali modelli di crescita sociale ed economica, profetizzando un ritorno “alle caverne” nel caso in cui si decidesse di non utilizzarle più.

Al-Jaber, presidente della Cop28: “Bisogna essere seri e pragmatici: non accetto discussioni allarmistiche”

Ogni anno la comunità scientifica e non chiede ai politici e alle associazioni che si riuniscono per la Cop documenti e decisioni chiare riguardo il futuro climatico del nostro pianeta. Perennemente in equilibrio fra necessità (ormai imperante) di ridurre o eliminare le fonti di emissioni inquinanti e realpolitik, anche la Cop28 di quest’anno probabilmente porterà ad un documento dai contenuti “annacquati”.

Il tutto grazie alle parole e ai fatti di Sultan al-Jaber, inviato per il clima degli Emirati Arabi Uniti e ministro dell’Industria, ma anche amministratore delegato della Abu Dhabi National Oil Company (Adnoc), azienda petrolifera statale. Solo pochi giorni fa al-Jaber aveva piazzato un colpo importante anche a livello di immagine, con il fondo volontario che gli stati ricchi e più inquinanti avrebbero formato per i paesi più poveri.

Oggi però il delicato equilibrio si è spezzato e molti ritengono che al-Jaber abbia finalmente gettato la maschera di persona attenta al futuro climatico del pianeta. Durante uno scambio con l’ex leader irlandese Mary Robinson in un forum online il presidente della Cop28 ha detto:

Non esiste alcuna scienza che indichi sia necessario per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali. L’eliminazione dei combustibili fossili riporterebbe il mondo nelle caverne. L’1,5°C è la mia stella polare e, nella mia mente, la riduzione e l’eliminazione graduale dei combustibili fossili è inevitabile, è essenziale. Ma dobbiamo essere reali, seri e pragmatici al riguardo.

La serietà ed il pragmatismo di cui al-Jaber parla riecheggia il pensiero di chi crede che lo sviluppo economico non sia conciliabile in alcun modo con la giustizia sociale e climatica, ma anche con la semplice riduzione (“phase down“) dell’utilizzo di fonti di energia inquinanti.

A fatica molti paesi, come gli Stati Uniti o nell’UE, si sono orientati su questa riduzione dei combustibili fossili, mentre altri come Russia e Cina non intavolano alcuna discussione al riguardo: né eliminazioneriduzione. Da sottolineare come la Cina consideri sé stessa a fasi alterne un paese in via di sviluppo ed una grande potenza (inquinante): a seconda della situazione sceglie di accettare o meno una discussione sui cambiamenti climatici.

Il segretario dell’ONU Guterres: “Le parole di al-Jaber sono preoccupanti”

Tornando ad al-Jaber, le sue parole hanno causato la fiera reazione da parte di molti osservatori esterni. Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha affermato:

La scienza è chiara: il limite di 1,5 gradi è possibile solo se smettiamo di bruciare ogni tipo di combustibile fossile. Non ridurre, non abbattere, ma eliminare gradualmente, con tempistiche chiare.

Sale quindi la preoccupazione che i risultati della Cop28 non siano all’altezza di chi chiede decisioni che nel medio-lungo periodo abbiano un impatto per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Le dichiarazioni di al-Jaber fanno il paio con quelle rilasciate ad un quotidiano italiano:

Non possiamo semplicemente spegnere il sistema energetico odierno mentre costruiamo quello di domani: altrimenti, rischiamo di bloccare il progresso socio-economico e minare il sostegno per un’azione ambiziosa sul clima.