Cos’è Gospel, l’intelligenza artificiale usata da Israele contro Gaza?

La tregua con Hamas è durata una settimana. Israele ha infatti ripreso gli attacchi verso la Striscia di Gaza, con il supporto di una intelligenza artificiale chiamata Gospel. Sarebbe questo strumento informatico infatti ad individuare gli obiettivi da bombardare.

Cos’è Gospel: come funziona l’algoritmo di guerra

L’algoritmo di intelligenza artificiale di cui si servono le Forze di Difesa Israeliane si chiama Gospel, parola che in inglese significa Vangelo o parola di Dio.

Lo sviluppo di queste realtà informatiche si affaccia dunque sul conflitto armato del Vicino Oriente. Israele infatti avrebbe aumentato le risorse destinate alla strumentazione di intelligence virtuale.

È nata così Gospel, un sofisticato software che permette di elaborare milioni di parametri in modo da selezionare opportunamente gli obiettivi da colpire.

Trattandosi di intelligenza artificiale, l’algoritmo è in grado di fornire dettagliate analisi di guerra, incrociando i dati acquisiti dopo il suo apprendimento automatico. Gospel così valuta le possibilità di successo di un singolo attacco e stila una lista di target.

Gli obiettivi corrispondono infatti al luogo in cui si ritiene che i miliziani di Hamas si trovino nascosti ed esclude automaticamente strutture civili.

Gospel non fa partire automaticamente l’attacco. L’elenco dei possibili bersagli è infatti trasferito alle alte cariche dell’Esercito israeliano che decide la priorità di attacco.

Attacchi possibili 24 ore su 24

Gospel è così un’avanzata arma a disposizione di Israele e segna una svolta nelle strategie di guerra tradizionali. La pianificazione e la successiva esecuzione di attacchi letali ha subito una notevole accelerata grazie a questo nuovo strumento.

L’intelligenza artificiale genererebbe obiettivi a ritmi impressionanti, paragonabili a quelli di una catena di montaggio in fabbrica. In questo modo le Forze Armate possono dedicarsi all’organizzazione dell’attacco.

I bombardamenti infatti si sono intensificati e in alcune zone i raid militari aerei vengono effettuati 24 ore su 24.

La notizia dello sfruttamento di questa intelligenza artificiale era già stata anticipata dal quotidiano britannico The Guardian.

Nell’articolo veniva infatti spiegato come le indagini avessero mostrato che Israele si stesse sempre di più affidando all’intelligenza artificiale nella risoluzione del conflitto armato.

Il quotidiano non nascondeva poi le preoccupazioni conseguenti all’uso di una tecnologia tanto potente in una guerra. Il rischio è infatti che le elaborazioni fornite dall’algoritmo non tengano conto di parametri fondamentali e che addirittura vengano stilati elenchi di bersagli civili.

Dal canto suo Israele è sempre rimasta vaga sul modo di applicare la potente analisi fornita da Gospel. Il ruolo è però ormai centrale, tanto che l’inchiesta si è allargata e ha sfruttato dichiarazioni da parte dell’IDF e passate in secondo piano.

Nelle ultime ore l’impiego di Gospel è stato confermato da una stringata nota diffusa sul proprio sito dalle forze armate israeliane. I dettagli rimangono comunque segreti.

I possibili rischi

Gospel si baserebbe su un gigantesco database, generato negli ultimi anni dalle varie componenti dell’intelligence israeliano. In alcuni casi, come quelli relativi ai dati personali e biometrici di cittadini palestinesi, esiste il serio dubbio che siano stati acquisiti senza il consenso.

Gospel attinge a piene mani da milioni di elementi e riporta quali obiettivi siano destinati ad essere bombardati.

C’è perciò perplessità sulla bontà dei dati utilizzati dall’algoritmo per la sua analisi e allo stesso modo su come le milizie israeliane valutino i bersagli forniti.

Nell’ultimo periodo infatti il numero degli attacchi è raddoppiato da 50 a 100 nell’arco delle 24 ore e ciò induce a pensare come le Forze di Difesa Israeliane possano potenzialmente non agire in maniera così scrupolosa. 

Sembra infine che Gospel valuti anche l’eliminazione di membri meno influenti di Hamas in base al numero di vittime civili collaterali. L’algoritmo assegnerebbe un punteggio in base al vantaggio strategico nell’uccisione di miliziani ostili comprendendo così vittime innocenti.

Non si conoscono però i criteri di assegnazione di questo punteggio né quale numero di uccisioni tra i civili sia reputata idonea per l’assassinio di un obiettivo militare.

Israele ha però respinto tale accusa e ha invece rassicurato che Gospel ragiona in modo da evitare danni ai civili non coinvolti.