Superbonus, cosa succede ai lavori che non si riuscirà a completare entro il 31 dicembre 2023? Secondo le ultime stime, sarebbero circa 36.000 i condomini che difficilmente riusciranno a terminare i lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico entro la fine dell’anno. E più o meno 13 miliardi di euro è il valore degli interventi cfhe, pur essendo stati ammessi alle agevolazioni del superbonus, rimangono in attesa di essere realizzati.

Come lo scorso anno, anche nel 2024 si assisterà a un taglio della percentuale di agevolazione del superbonus. Si passerà dal 90% del 2023 al 70% del 2024. Ma, rispetto a dodici mesi fa, non ci sarà la “coda” del 110%, assicurata ai condomini che avessero presentato la Cila entro il 31 dicembre 2022 e adottato la delibera entro il 18 novembre 2022.

Proprio questi adempimenti hanno consentito ai condomini di avere una fetta importante di interventi da iniziare e da realizzare durante quest’anno. E, difatti, i dati rilanciati dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) mostrano come in tutto l’anno i condomini hanno trainato il superbonus ancora su livelli paragonabili agli anni scorsi, prendendo il posto degli interventi sulle villette e unità abitative autonome. Questi ultimi sono calati e, inevitabilmente, sono destinati a scomparire con il nuovo anno. Almeno per l’agevolazione del superbonus.

Superbonus, ecco cosa succede ai lavori non completati entro il 2023

Ancora quattro settimane alla fine del superbonus al 110% o al 90% per i lavori iniziati nel 2023, prima dell’ulteriore taglio a 70% del 2024. Ma ciò che preoccupa maggiormente i condomini e le imprese fornitrici è la conclusione dei lavori già iniziati e quelli in attesa di essere avviati. Senza una proroga del bonus 110%, chiesta a più ripresa dai partiti di opposizione e, soprattutto, dalle associazioni di categoria, le spese sostenute nel nuovo anno perderanno 20 punti percentuali, dimezzando l’ex vantaggio del 110% al 70%. Ciò potrebbe mettere, gli uni contro gli altri, condomini e imprese fornitrici, anche eventualmente per i ritardi accumulati, anche ai fini dello sconto in fattura.

Superbonus lavori non completati al 31 dicembre, le differenze del bonus sceso dal 110% al 70%

La differenza, al ribasso dei 20 punti percentuali per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2024, sarà tutta a carico dei condomini e dei committenti dei lavori, fatte salve eventuali penali per i ritardi accumulati dalle imprese. Queste ultime, in ogni modo, dovranno guardarsi dalla crisi di liquidità che potrebbe scatenarsi nei prossimi mesi. Senza la cessione dei crediti, lo sconto in fattura e con i condomini in difficoltà nel pagare i lavori, molte imprese potrebbero rischiare di fallire.

Bonus edilizi e rischio di restituzione delle agevolazioni già fruite per interventi non completati

Peraltro, in una situazione di questo tipo, i committenti potrebbero vedersi contestare dall’Agenzia delle entrate l’utilizzo già effettuato dei bonus edilizi per lavori che rischiano di non arrivare alla conclusione. In pratica, il Fisco potrebbe bussare alla porta per agevolazioni già incassate o utilizzate sulle spese relative alla prima parte degli interventi.

Bonus edilizi, le possibili novità in arrivo per lo sblocco cessione crediti e sconti

Quindi, il rischio di fine anno del taglio del superbonus e della mancata proroga potrebbe concretizzarsi se le imprese non dovessero riuscire a chiudere i lavori nelle prossime quattro settimane. Qualche correttivo potrebbe arrivare dopo l’approvazione del decreto “Anticipi” (Dl 145 del 2023) sul quale si sta concentrando il governo.

Ad esempio, potrebbe arrivare la novità della non restituzione al Fisco dei bonus già fruiti in caso di non completamento dei lavori negli anni successivi al 2023. Ma, soprattutto, si attendono anche novità sui crediti rimasti incagliati, adesso che è stata superata anche la scadenza del 30 novembre 2023 relativa alla remissione in bonis.