Durante la presentazione del libro “Fuori dall’angolo. Una storia di pugni dati e presi” di Vincenzo Nardiello, si è fermato ai microfoni di Tag24 il Vice Presidente WBC Mauro Betti

“Vincenzo riusciva nel bene e nel male, a rendere l’evento grande, prestigioso grazie alla sua personalità”: le parole del Vice Presidente WBC Mauro Betti ai microfoni di Tag24

“Fuori dall’angolo. Una storia di pugni dati e presi” è il libro – scritto insieme a Susanna Marcellini – in cui l’ex campione di boxe Vincenzo Nardiello parla della sua vita dentro e fuori dal ring. L’opera è stata presentata ieri, sabato due dicembre, presso il Palazzo delle Federazioni di viale Tiziano, a Roma. E oltre al protagonista assoluto, ovvero Vincenzo Nardiello, anche lui intervistato da Tag24, ai nostri microfoni si è fermato anche il Vice Presidente della World Boxing Council Mauro Betti, intervistato da Lorenzo Petrucci, il quale ha definito subito il volume appena uscito come “un libro d’avventura.” Successivamente, il vice Presidente Betti si è soffermato sulle caratteristiche che hanno reso Nardiello un personaggio così amato dal pubblico.

“Vincenzo Nardiello è un personaggio che, secondo il mio parere, al di là al di fuori di quello che dicono i record e i risultati, sconfitta o vittoria non è mai sceso dal ring da perdente.”

Il pugile nato a Stoccarda, con alle spalle unidici anni di professionismo fatte di 34 vittorie e solo 7 sconfitte (senza dimenticare la sua presenza all’Olimpiade di Seul del 1988), è stato capace di conquistare per ben due volte il titolo di campione europeo dei supermedi e un mondiale a Manchester nel 1996 contro Thulani Malinga. Ma il suo successo, stando a quanto dice Betti, non riguarda solo il suo talento sul ring:

“Vincenzo ha avuto la grandissima capacità di essere personaggio, soprattutto sincero, amato dal pubblico. Io che giro il mondo con la World Boxing Council ancora trovo grandissimi organizzatori, non ultimo Frank Warren, che gestisce l’attività di Tyson Fury, che me ne parla sempre come se fosse un figlio.”

Una capacità che il pugile ha sempre catalizzato nei suoi seguitissimi match, tanto che il Vice Presidente della World Boxing Council Mauro Betti prosegue così:

“Vincenzo riusciva nel bene e nel male, a rendere l’evento grande, prestigioso grazie alla sua personalità. E il pubblico, non solo quello che ama, come noi, il pugilato, ma il pubblico in generale, queste cose le percepisce.”

Mauro Betti, Vice Presidente della World Boxing Council, su Nardiello: “Vincenzo è un personaggio sincero e il pubblico lo apprezza. Questo è il suo grande segreto.”

Sempre ai nostri microfoni, Mauro Betti, Vice Presidente della World Boxing Council, ha concluso affermando che:

Vincenzo è un personaggio sincero e il pubblico lo apprezza. Questo è il suo grande segreto.”

Un segreto, una sincerità che l’ex campione di pugilato ha poi trasmesso anche nelle pagine del suo libro “Fuori dall’angolo. Una storia di pugni dati e presi”, scritto insieme a Susanna Marcellini. Nel volume infatti, Vincenzo Nardiello, oggi allenatore di pugilato non solo rievoca i tanti successi della sua vita sul ring ma non nasconde nemmeno i momenti più delicati della sua vita privata. Un esempio emblematico riguarda i due anni passati agli arresti domiciliari: un periodo delicato concluso con assoluzione piena poichè “il fatto non sussiste. Tra le tante domande a cui ha risposto nella nostra intervista l’ex pugile, gli è stato chiesto anche lo “stato di salute della boxe” attuale e se è possibile fare dei paragoni con i suoi anni, quelli in cui era protagonista sul ring. Nardiello inizia la risposta citando quanto fatto da “Tizzo” Marsili la sera scorsa, quando ha dominato l’incontro contro Gavin Gwynne valido per il titolo vacante EBU pesi leggeri, ma si è dovuto ritirare a causa dell’infortunio alla spalla: “Ieri sera ha combattuto un amico che ha 47 anni, italiano, Emiliano Marsili, in Inghilterra, per il campionato europeo. E mancava poco che vincessero europeo… Il pugilato italiano è vivo. Però c’è bisogno di un aiuto delle televisioni, degli sponsor, degli organizzatori, di tutti quanti. Altrimenti la boxe è destinata a morire”.