Anche Mexc ha deciso di dotarsi di un suo token di servizio. Una scelta che risponde alla logica di facilitare al massimo le transazioni che avvengono ogni giorno sulla piattaforma le quali, stando ai dati rilasciati dall’azienda, si attestano ad una media pari a due miliardi di dollari ogni 24 ore.
Il coin lanciato sulla piattaforma del popolare exchange di criptovaluta è MX Token e, naturalmente, il suo successo è strettamente connesso alle fortune dell’azienda che lo propone. Proprio per questo sin dal suo esordio è riuscito a destare molta attenzione da parte di un gran numero di investitori.
MX Token: di cosa si tratta
MX Token è il coin di servizio adottato dal popolare exchange crypto Mexc, nel preciso intento di agevolare il gran numero di operazioni che avvengono all’interno della piattaforma. Chi lo acquista per utilizzarlo in fase di transazione si garantisce la possibilità di forti sconti sulle commissioni e altra facilitazioni.
Se le commissioni praticate sull’exchange sono già tra le più basse in assoluto, per i detentori di MX si prospetta un ulteriore vantaggio del 20%, sotto forma di sconto in sede di commissione nel mercato spot. Mentre è del 10% quello relativo ai futures.
È poi prevista la possibilità di prendere parte agli airdrop puntando i propri token. Ovvero ottenere gratuitamente quelli previsti in occasione del lancio di nuovi progetti. E, ancora, la partecipazione ai vari launchpad, i programmi destinati alla raccolta di fondi nella prevendita di soluzioni in fase di lancio. Com’è noto, chi partecipa a queste prevendite ne ricava un ROI (Return of Investment) più elevato di quello garantito dagli acquisti sul mercato secondario.
Infine, chi detiene MX Token ha l’opportunità di prendere parte ai processi decisionali destinati a riflettersi sull’andamento di Mexc. Una prerogativa importante alla luce del forte spirito comunitario che l’exchange cerca di incentivare.
La tokenomics di MX Token
MX Token è stato lanciato sulla Ethereum Virtual Machine, come ERC-20. La sua offerta totale era inizialmente pari a un miliardo di esemplari, di cui al momento circa 100 milioni circolanti. Il quantitativo iniziale è stato poi ridotto con il burn deciso nei confronti del 40% dei profitti generati sul mercato di trading spot ed ETF. In tal modo è stato conferito al coin un aspetto chiaramente deflattivo, destinato a sorreggerne la quotazione con il trascorrere del tempo.
I 450 milioni di MX rimasti, sono a loro volta stati distribuiti nel seguente modo:
- 100 milioni alla fondazione destinata a guidarne lo sviluppo;
- 150 milioni a Mexc Labs;
- 100 milioni per i partenariati di carattere strategico;
- 100 milioni da destinare ai coin burn.
Le prospettive per il futuro
Chi acquista MX Token solitamente sa benissimo che non si tratta di una valuta virtuale di carattere speculativo. A differenza delle criptovalute di prima generazione, gli utility token degli exchange vanno a ricoprire svariate funzioni, tali da giustificarne ampiamente il varo.
MX, in particolare, cumula le funzioni di servizio, di promozione e di governance. Il suo impiego assicura vantaggi tangibili ai possessori, sotto forma di sconti e opportunità d’investimento. Inoltre conferisce la possibilità di partecipare ai processi di governo sulla piattaforma.
Il prezzo di MX Token, quindi, non va a dipendere dai capricci del mercato, ma è il sostanziale risultato del suo essere parte di un ecosistema complesso. Le sue fortune dipendono da quelle di Mexc, exchange che sin dalla sua comparsa, avvenuta nel 2018, ha iniziato a macinare numero importanti. Tanto da essere indicato da più parti come il “prossimo Binance”.
Proprio questo legame con la piattaforma di scambio, peraltro, ha permesso a MX di sovraperformare il mercato, limitando le perdite nel corso della gelata in atto ormai da un biennio. Un comportamento che spinge molti esperti crypto a preventivarne una forte crescita nel corso dell’immediato futuro.