L’attentato di ieri sera a Parigi ha riaperto il discorso sulle misure anti-terrorismo e l’importanza dell’attività di prevenzione, oltre a quella di sorveglianza. Anzi, il discorso è sempre vivo; resta di grande attualità soprattutto all’aggravarsi, ora dopo ora, della crisi in Medio Oriente. Sul tema non può allora non esprimersi il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che a “Casa Corriere“, iniziativa voluta dal “Corriere della Sera” a Napoli, pone l’accento sulla parola “attenzione”.
Piantedosi: “Sul terrorismo manteniamo alta l’attenzione”
Confidiamo sul nostro sistema tradizionale di prevenzione. Però l’attenzione deve rimanere alta.
Così ha detto Piantedosi. Per quanto riguarda invece i fatti di Parigi
confermano che l’attenzione c’è e ci deve essere. È una minaccia molto insidiosa, perché non sempre compiutamente intercettabile.
Dunque tutt’altra atmosfera rispetto a quando Piantedosi diceva che per l’Italia non si registravano segnali d’allarme. Il ministro entra poi nello specifico della sicurezza sul territorio nazionale:
L’azione da attuare è quella di garantire sempre una presenza massiccia sugli scenari. Abbiamo soprattutto coltivato l’aspirazione di rispondere alla domanda di bisogno dello Stato.
“Dobbiamo essere presenti dove il cittadino sente la nostra assenza”
La “sconfitta peggiore“, dice infatti il ministro, è quando il cittadino si chiede dove sia lo Stato.
Abbiamo rafforzato la presenza delle forze dell’ordine – garantisce – nei luoghi dove viene avvertito maggiormente il bisogno perché c’è la maggiore circolazione di persone, come le stazioni ferroviarie. Abbiamo incrementato di quasi il 60% i presidi ospedalieri nei pronto soccorso dei più grandi nosocomi del Paese.
Altro argomento caldo, specialmente in un evento organizzato a Napoli, è la questione Caivano:
È molto importante per noi, ma il nostro impegno non finisce solo lì. Ci sono tante Caivano. Noi vogliamo farne un laboratorio da proiettare, poi, ad altri contesti.