Che fine ha fatto Roberta Ragusa? Perché non è mai stata ritrovata? La sua misteriosa storia interessa da oltre 10 anni le cronache nazionali. Quando scomparve, la donna aveva 45 anni e insieme al marito Antonio Logli e ai due figli Alessia e Daniele viveva a San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, dove aveva anche aperto un’autoscuola. Secondo coloro che hanno lavorato al caso fu uccisa.
La storia di Roberta Ragusa, scomparsa a San Giuliano Terme nel 2012 e mai ritrovata
Tutto iniziò con una denuncia di scomparsa. Fu il marito della donna, Antonio Logli, a presentarla, sostenendo che Roberta si fosse allontanata dall’abitazione in cui vivevano insieme ai due figli con indosso soltanto un pigiama rosa, nonostante fuori ci fossero 6 gradi sotto lo zero.
Agli inquirenti disse che in effetti la 45enne gli era parsa strana, che pochi giorni prima, a causa di una caduta, aveva riportato diversi traumi, di cui alcuni alla testa, e che da allora sembrava avere dei momenti di confusione e disorientamento. La sua ipotesi era che, vagando nella notte, si fosse persa.
Indagando sulla caduta gli inquirenti però scoprirono che i medici che l’avevano visitata dopo l’incidente domestico non le avevano attribuito alcuna perdita di lucidità. Fu così che iniziarono ad indagare sul marito, le cui dichiarazioni si fecero sempre più strane, così come i suoi comportamenti.
Alla socia della moglie, Sara Calzolaio, aveva chiesto, ad esempio, di cancellare tutte le mail e i messaggi che si erano scambiati. Si scoprirà infatti che i due, da almeno otto anni, avevano una relazione. Lui però davanti a coloro che lo avevano ascoltato, aveva negato tutto. Sapeva che dietro la sua storia extraconiugale per gli inquirenti poteva celarsi il movente di un delitto.
L’ipotesi dell’omicidio, nonostante l’assenza di un cadavere
Alla fine andò proprio in questo modo. Nel corso delle indagini gli investigatori si resero conto di come Roberta Ragusa fosse stanca del suo matrimonio, di come avesse capito di essere stata tradita dal marito. In un diario che teneva in casa aveva scritto, rivolgendosi a lui:
Non ti accorgi che io vivo la vita fuori dalla mia vita e che i miei occhi guardano occhi che non guardano i miei. Sono stanca, stanca, stanca, stanca dei battibecchi sui soliti quotidiani argomenti, stufa di chiederti quello che qualsiasi compagno con un po’ di buon senso capirebbe al volo, esasperata dal tuo modo di rispondere sempre fingendo di non capire o travisando la realtà dei fatti. Se tu avessi anche solo un briciolo di sensibilità ti chiederesti: ‘Ma cosa ho dato, cosa sto dando di me stesso alla mia compagna, mi preoccupo di ciò che pensa, prova, desidera?’
Parole da cui emerge tutta la sofferenza che la donna doveva vivere a causa dei comportamenti di Logli, di cui si era anche confidata con le amiche. Fu una di loro a riferire agli inquirenti che Roberta aveva sospettato che il marito volesse addirittura ucciderla quando, muovendosi accidentalmente, l’aveva fatta cadere da una scala a pioli.
La condanna di Antonio Logli
Secondo i giudici che l’hanno condannato a 20 anni, l’uomo, oggi 57enne, l’avrebbe uccisa dopo che lei aveva scoperto la sua relazione con Sara, che considerava sua amica. Una sorta di doppio tradimento, che in quella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012 portò la donna ad uscire di casa in pigiama, forse per scappare dal marito, forse per affrontare subito l’altra donna.
Una fuga che finì nel sangue. Un testimone disse di averla vista correre in strada e che ad aspettarla in macchina, poco lontano, vi fosse il marito. Il resto della storia purtroppo è nota: nonostante le ricerche il corpo di Roberta non è mai stato ritrovato. Nel tempo sono state avanzate diverse ipotesi, ma già da un po’ gli inquirenti hanno smesso di cercarlo. Sono convinti che però Roberta sia morta. Che Logli abbia semplicemente nascosto bene il cadavere.
Di recente lui, che si è sempre professato innocente, aveva chiesto che il processo a suo carico venisse riaperto, ma i giudici hanno definito la sua richiesta “inimassibile”.
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