Cos’è la truffa dello skimming? Si tratta di un nuovo raggiro che riguarda i bancomat in grado di clonare la carta.
Non è la prima volta che la tecnica dello skimming viene impiegata per raggirare ignari utilizzatori del bancomat. Questa volta però la truffa è stata smascherata da un filmato poi diffuso sui social.
Nel video si vede un giovane accorgersi di come questo dispositivo fosse installato in una colonnina di pagamento tramite carta di un distributore di benzina dell’hinterland milanese.
Il ragazzo mostra infatti come l’alloggio di inserimento della carta fosse stato manomesso. Ecco come funziona la truffa dello skimming bancomat e come difendersi.
Cos’è la truffa dello skimming: come funziona
Lo skimming bancomat, anche noto come skimmer, è un dispositivo elettronico in grado di acquisire dati informatici e immagazzinarli in una memoria di tipo EPROM o EEPROM.
La tecnica è quindi usata per apprendere i dati della carta e ovviamente il relativo PIN di sicurezza.
Purtroppo sono diverse le segnalazioni di questo tipo di truffa, spesso installate presso gli sportelli bancomat o sul totem di pagamento dei distributori self service di carburante.
Esistono infatti due differenti tipologie di skimmer.
La prima è quella che permette la clonazione diretta della banda magnetica apposta su tutte le carte di pagamento direttamente dal loro utilizzo allo sportello bancomat. La seconda invece copia i dati quando questa viene utilizzata per un pagamento.
L’installazione dello skimmer è molto veloce. Al truffatore basta sovrapporre un dispositivo delle stesse sembianze della fessura entro cui introdurre la carta per il pagamento o il prelievo di contante.
Questo strumento però dispone di un lettore capace di leggere i dati della carta inserita. Generalmente il metodo si completa con l’installazione anche di un tastierino fasullo, il cui utilizzo consente di memorizzare anche il codice PIN.
In alternativa lo skimmer è associato ad una microtelecamera che consente di carpire i numeri di sicurezza semplicemente registrando l’atto della compilazione.
L’utente che cade nella truffa è completamente all’oscuro della trappola, perché alla semplice ispezione visiva lo sportello bancomat non risulta manomesso.
I dati immagazzinati vengono poi trasmessi al truffatore che ha così modo di clonare completamente la carta e svuotare il conto del malcapitato.
Da cosa deriva la parola skimming?
Il termine skimming attribuito a questo tipo di truffa riprende l’espressione anglosassone con cui si è soliti descrivere una lettura rapida e a volte superficiale.
La tecnica di lettura prevede infatti di acquisire solo un certo numero di parole da un testo e poi ricostruire a posteriori l’intero concetto. Ciò permette un’estrema ottimizzazione dei tempi di apprendimento.
In analogia lo skimmer è uno strumento che apprende in maniera veloce i dati della carta di pagamento elettronico e riesce poi a clonarla in tutti i suoi dettagli.
Lo skimmer che ha immagazzinato gli elementi compreso il codice PIN, viene poi collegato ad un pc che permette la trascrizione su un opportuno badge replicando così le funzioni del bancomat.
Gli stessi dati possono essere più facilmente utilizzati per acquisti fraudolenti su internet.
Le dimensioni di questo dispositivo possono essere estremamente minute. All’interno dell’interfaccia spesso in plastica si nascondono microcircuiti alimentati da una piccola batteria che consentono il funzionamento alla banda magnetica clonatrice.
Come difendersi dalla truffa
Alla più piccola avvisaglia non bisogna mai introdurre la carta poiché una volta che essa è stata inserita nel dispositivo non c’è modo di proteggersi dalla truffa.
È vero che all’apparenza il bancomat potrebbe risultare integro ma occorre fare attenzione ai minimi dettagli che possano far capire la sua manomissione.
Poiché il dispositivo skimmer copre la fessura reale del bancomat, potrebbe risultare in posizione anomala e mostrare dunque un rilievo evidente. Sarebbe pertanto consigliato tentare di muovere questa porzione: se risulta sollevabile siamo infatti di fronte ad un palese atto di tentativo di truffa.
È buona norma sempre e comunque coprire con l’altra mano l’atto di digitazione del codice PIN poiché potrebbero essere state installate telecamere a tentativo di sottrarre tale dato.
Davanti a qualunque minimo sospetto è bene cambiare sportello per effettuare il prelievo o ad esempio scegliere un’altra stazione per il rifornimento.
Se purtroppo invece si è caduti nella trappola, occorre allertare subito le forze dell’ordine e bloccare la propria carta in modo che non sia possibile effettuare alcun pagamento non autorizzato.