Tra le diverse misure che permettono l’uscita anticipata dal mondo del lavoro, c’è l’Ape sociale che, nel 2024, avrà muovi limiti: cosa cambia? La misura è stata prorogata per il 2024, ma con una serie di modifiche.
L’Ape sociale viene riconosciuta nel rispetto di una serie di requisiti anagrafici, contributivi e di condizione personale dall’Inps.
Spieghiamo come funziona, chi può accedervi e cosa cambia dal 1° gennaio 2024.
Ape sociale 2024, cosa cambia e novità
L’Ape sociale viene prorogata anche all’anno prossimo. Si tratta di una prestazione che spetta ai lavoratori residenti in Italia, iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), alle forme sostitutive ed esclusive, e alla Gestione separata Inps.
La novità non consiste solo nell’estensione della misura di un altro anno. Ciò che cambia sono i requisiti e le condizioni di accesso. Dal 2024, diventano più stringenti. Andiamo a vedere chi può accedervi, alla luce delle novità.
Chi può accedere all’Ape sociale
Dal 2024, possono accedere all’Ape sociale i lavoratori che, alla data di accesso al trattamento, abbiano compiuto 63 anni e 5 mesi. La soglia aumenta di 5 mesi rispetto alla normativa, attualmente fissata a 63 anni.
Sono rimasti immutati gli altri requisiti, da possedere alla data di accesso al trattamento:
- Aver cessato l’attività lavorativa;
- Non essere titolari di un trattamento pensionistico diretto.
Quali lavoratori possono accedervi? Oltre al rispetto dei suddetti requisiti, bisogna appartenere ad una delle seguenti categorie di lavoratori:
- Disoccupati;
- Caregiver di disabili da almeno sei mesi;
- Avere una capacità lavorativa ridotta pari almeno al 74%;
- Fare lavori gravosi.
Disoccupati, caregiver, invalidi: quali sono le condizioni
La prima categoria che può accedere all’Ape sociale sono i lavoratori in stato di disoccupazione, a seguito di:
- Cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento;
- Dimissione per giusta causa;
- Risoluzione consensuale in sede protetta;
- Scadenza del termine del rapporto a tempo determinato che, durante i 36 mesi precedenti la fine del rapporto lavorativo, abbiano avuto periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi.
Per quanto riguarda la seconda categoria, ovvero i caregiver, devono prestare assistenza, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, al:
- Coniuge;
- Persona in unione civile;
- Parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità;
- Parente o affine di secondo grado convivente se i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità hanno compiuto settanta anni o sono anch’essi affetti da patologie invalidanti ovvero sono deceduti o mancanti.
Possono accedere all’Ape sociale anche coloro che hanno una capacità lavorativa ridotta pari almeno al 75%, accertata da commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile. In questo caso, al momento della domanda di pensione, è necessario che la ridotta capacità lavorativa venga certificata, esibendo il relativo verbale della commissione Inps.
Ape sociale per lavori gravosi e usuranti
Per concludere, parliamo dell’ultima categoria, ovvero i lavoratori impegnati in attività usuranti. In particolar modo, deve trattarsi di un lavoratore impegnato nelle attività lavorative di cui all’Allegato 3 alla Legge n. 234/2021. Deve aver svolto in Italia, attività lavorative per le quali è richiesto un impegno da rendere difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo.
L’attività lavorativa deve essere svolta da almeno sette anni durante gli ultimi dieci anni oppure da almeno sei anni negli ultimi sette anni.
Quali sono le risorse per l’Ape sociale
A seguito della proroga, è stata anche incrementata l’autorizzazione di spesa, nelle seguenti misure:
- 85 milioni di euro per il 2024;
- 168 milioni di euro per il 2025;
- 127 milioni di euro per il 2026;
- 67 milioni di euro per il 2027;
- 24 milioni di euro per il 2028.
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