Messina si mette nuovamente in moto per dire “No” al Ponte sullo Stretto. L’hanno chiamato “corteo nazionale” perché – insistono i siciliani – “ciò che vogliono fare qui riguarda tutta Italia“. Sta di fatto che la manifestazione di oggi, 2 dicembre, ha coinvolto comitati locali, Legambiente, Wwf, sindacati e tanti cittadini comuni. E ancora la politica: si sono viste bandiere di Pd, Cinque Stelle, Più Europa, Alleanza Verdi-Sinistra e Rifondazione Comunista. In tutto 5.000 persone.

Manifestazione partecipata a Messina contro il Ponte sullo Stretto

In prima fila Padre Alessandro Zanotelli, il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli e Mimmo Lucano.

Non abbiamo bisogno di un’opera che devasta uno dei luoghi più belli del Mediterraneo – ha detto l’ex sindaco di Riace – Il vantaggio sui trasporti? Non credo, e l’opera attirerà subito gli interessi delle mafie.

Presenti anche Mimmo Lucano e Padre Alex Zanotelli

Si tratta – ha spiegato l’ex assessore comunale e membro del comitato No Ponte Daniele Ialacqua al corrispondente di Tag24 da Messina Filippo D’Angelo – del ventesimo corteo di questo tipo in oltre vent’anni di battaglie contro questo mostro di cemento. Quest’anno abbiamo ricevuto una marea di adesioni, tanto che sono ben 75 le sigle coinvolte. Riteniamo il ponte inutile, dannoso e antieconomico. Inutile, perché basterebbe potenziare i traghetti, che sono stati purtroppo abbandonati a loro stessi. Rfi si è ritirata, a vantaggio del monopolio privato. Dannoso, perché devasterebbe lo Stretto, ma anche le colline e la città, visto che sono previsti 43 cantieri. Infine anti-economico, perché rappresenta una spesa enorme. Soldi buttati per un’opera che chissà quando vedrà la luce. Ci chiamano “Movimento del No”, ma noi siamo semplicemente contrari a un’opera dannosa.

“Ciò che accade qui riguarda tutta l’Italia”

Uno dei piloni principali della struttura – ha aggiunto Mariella Valbruzzi del comitato “No Ponte” di Capo Peloro – dovrebbe trovarsi proprio in mezzo alla riserva naturale di Capo Peloro, mettendone a rischio l’ecosistema. Ma è nel complesso un’opera inutile perché è impossibile che in Sicilia arrivi l’Alta Velocità. È una bufala che ci propinano da anni: c’è in realtà un binario unico e, in alcuni punti, non è nemmeno elettrificato, è percorso da treni a gasolio. Da Trapani a Catania ci vogliono 9 ore e mezza. Esistono le autostrade, ma sono piene di interruzioni. Impiegarono 6 anni soltanto per ripristinare dopo una frana a Taormina. Da Palermo a Messina si impiegano tra le 4 ore e le 4 ore e mezza.

Sempre Valbruzzi ha spiegato il significato dell’etichetta di “nazionale”:

Questo è un tema che riguarda tutto il Paese. I soldi che, dicono, vogliono spendere qua, possono essere spesi in un altro modo.

In questa pagina le videointerviste e le immagini raccolte da Filippo D’Angelo.