Astar (in precedenza noto come Plasm) è uno dei tanti progetti che si propongono di risolvere i problemi della scalabilità e interoperabilità delle blockchain di prima generazione. Proponendosi quindi come possibile protagonista del Web3.

Il punto da cui parte è che le applicazioni decentralizzate (dApps), pur essendo fondamentali per la realizzazione di un sistema finanziario più democratico, sono comunque frenate da una velocità di elaborazione molto contenuta.

Astar prova a fornire una sua soluzione in tal senso, sotto forma di una Substrate Runtime Module Library che consente agli sviluppatori di aggiungere funzioni Plasma alla propria catena. La piattaforma applicativa che ne consegue è, appunto, scalabile, interoperabile e decentralizzata al punto giusto.

Astar: di cosa si tratta

Per consentire agli utenti finali una piena utilizzazione della blockchain, tale da esaltarne i punti di forza, è necessaria un’applicazione in grado di fornire un’interfaccia (API) all’altezza della situazione. Le applicazioni che lavorano sul livello superiore della catena, le dApps, sono sviluppate sotto forma di smart contract e codici a catena distribuiti su una rete. La natura decentralizzata delle dApps comporta però riflessi negativi sulla loro velocità di elaborazione.

Astar Network si propone come risposta a questo problema, sotto forma di un infrastruttura scalabile e interoperabile per il Web3.0. Costruito con il framework Substrate di Parity, è indicato da molti esperti come la futura parachain di Polkadot. Perché questa indicazione?

Il motivo è da ricercare nel fatto che la Relaychain Polkadot, in sede di progettazione, non è stata concepita per supporta i contratti intelligenti. Una lacuna che viene colmata proprio da Astar, che invece lavora proprio con i contratti intelligenti.

Per effetto di questa concezione, la blockchain riesce a soddisfare una delle richieste più pressanti degli sviluppatori, quella in termini di scalabilità. Almeno da un punto di vista teorico, grazie ad Astar possono costruire ogni genere di applicazione, senza dover tenere presenti le esigenze in merito. Ne deriva la possibilità di eseguire un gran numero di transazioni per secondo (TPS) con costi sensibilmente inferiori.

Anche in termini di finalizzazione delle transazioni Astar si rivela estremamente performante. Oltre a rendere irreversibile in tempi veloci, anche il tempo di blocco limitato tra i 10 e i 12 secondi consente di abbattere le tempistiche.

Inoltre, Astar è in grado di agevolare il trasferimento di valore tra blockchain layer 1, tramite i suoi bridge. L’interoperabilità rappresenta quindi l’ennesima freccia al suo arco, facendone un progetto estremamente reputato.

ASTR: a cosa serve il token?

Come abbiamo visto, quindi, Astar Network si presenta alla stregua di un hub per tutte le applicazioni decentralizzate che girano su Polkadot, supportando WebAssembly e soluzioni layer 2, come Ethereum Virtual Machine e ZK Rollups.

Nel suo ecosistema, il token chiamato a fungere da utilità è ASTR, utilizzato in primo luogo per il pagamento delle commissioni collegate agli smart contract. Può inoltre essere depositato in staking, conferendo ai titolari la possibilità di una rendita passiva.

Infine, viene anche impiegato nei processi di governo della rete. Chi possiede ASTR può prendere parte alle votazioni in cui si decidono gli sviluppi futuri della blockchain e le proposte dell’azienda.

Per quanto riguarda la tokenomics, sono previsti 7 miliardi di esemplari. I token non possono essere minati, ma si può solo puntare quelli che si possiedono per acquisirne altri, dopo averli naturalmente acquistati in un exchange.

Astar: le prospettive per il futuro

Da un punto di vista tecnico, quindi, Astar si presenta come un progetto connotato da robuste dosi di innovazione. Tanto da proporsi come un possibile protagonista del Web3, ovvero la prossima fase di Internet.

Proprio il modo con cui si propone di dare risposte a problemi fondamentali per il settore dell’innovazione finanziaria, a partire da scalabilità e interoperabilità, fa di Astar un possibile competitore per alcuni dei progetti più noti.

Al momento ASTR si trova al 120° posto della classifica di settore. Sembra quindi avere larghi margini di miglioramento, nonostante si muova in un ambito che è da considerare estremamente concorrenziale.