È passata poco meno di una settimana dalla strepitosa vittoria dell’Italia di Filippo Volandri in Coppa Davis. Gli azzurri hanno sconfitto in finale l’Australia, grazie alle vittorie di Arnaldi e Sinner contro Popyrin e De Minaur. Vittorie che hanno riportato nel nostro paese il trofeo più di quarant’anni dopo l’ultima volta. Correva l’anno 1976 quando la Nazionale guidata da Nicola Pietrangeli sconfisse il Cile, nell’unico successo conquistato da Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti e Tonino Zugarelli, guidati da Nicola Pietrangeli. A distanza di pochi giorni da questa incredibile impresa Angelo Binaghi, presidente della Federtennis, ha rilasciato un’intervista al Guerin Sportivo, in cui ha commentato la prova di Sinner e compagni in Coppa Davis. Ma non solo: Binaghi si è anche soffermato sui prossimi investimenti in programma che coinvolgeranno il mondo del tennis, che mireranno alla crescita dei giovani che decideranno di intraprendere una carriera in questo sport.
Le parole di Binaghi sulla Coppa Davis
Binaghi ha esordito sottolineando l’importanza di quanto fatto dagli uomini di Volandri.
Un’impresa incredibile e irripetibile, condivisa con milioni di telespettatori. Una vittoria che mancava da tanto. L’impresa sportiva di cinque ragazzi straordinari, sei perché ci metto Matteo Berrettini che ha seguito la squadra a Bologna e a Malaga seppur infortunato. Credo che questa sia una squadra di valore umano e sportivo irripetibile. E siccome la squadra è giovane, è solo l’inizio: abbiamo davanti 15 anni di grandissime emozioni.
Ha poi proseguito parlando della crescita del movimento tennis.
Se devo riconoscere un nostro merito, è aver alzato il livello e aver condotto campagne educative, dal
passaggio ai centri estivi obbligatori per quelli che devono fare i tornei a squadre, per esempio. E abbiamo lavorato anche con la scuola maestri, inserendo nel contratto l’obbligo di trasmettere ai ragazzi i
principi: il merito, l’aspetto etico e morale. La tv ci ha aiutato a divulgare questi valori. Più che per altri motivi mi sento padre del valore umano che questi ragazzi esprimono, figlio delle loro famiglie ma
anche del contesto in cui abbiamo inserito la loro crescita, dando indicazioni, insegnamenti, regole che ne hanno fatto uomini veri, ragazzi encomiabili, capaci di trasmettere valori.
Ma anche dell’importanza di Supertennis, il canale ufficiale della Federazione che ha permesso di assistere in chiaro a uno Slam dopo ben 34 anni di pay tv.
Se me lo avessero detto non ci avrei creduto, una tv non commerciale che trasmette addirittura uno
Slam. Sinner ha vinto 4 tornei, le donne vice campioni del mondo. Il padel che esplode, Internazionali da record. Le Finals che sono state il migliore e più grande spettacolo sportivo indoor. A proposito del momento, credo che tra i maggiori beneficiari ci sia Torino. Le Finals valgono di più non solo rispetto a prima di questa edizione, ma di prima della Davis. Il prodotto ha avuto un’impennata. E noi partiremo con la biglietteria per il 2024 ancor più in anticipo, il 15 dicembre con due giorni di prelazione per i tesserati Fitp, a un costo inferiore del 20%.
Eppure l’Italia non riesce ancora a imporsi sotto determinati punti di vista, come spiegato da Binaghi.
Noi siamo ancora secondi in tutto: in Italia dopo il calcio, poi siamo secondi nell’organizzazione dei
tornei perché non abbiamo uno Slam, secondi nei risultati perché della giovane generazione per ora c’è Alcaraz davanti. Dobbiamo cercare di arrivare primi. E ci sono tre vie. La prima è la scuola: investiremo 8 milioni, insegneremo tennis a oltre 400 mila bambini, offrendo 15 lezioni gratuite ciascuno. Poi favoriremo l’attività delle società, aboliremo per la prima volta le tasse d’iscrizione a campionati giovanili e a squadre. Per le società sarà gratuita l’organizzazione di ogni torneo. Le società virtuose non pagheranno tassa campo né di affiliazione. E come iniziato sul territorio piemontese, contribuiremo alla costruzione di campi pubblici per tennis e padel nei comuni medio piccoli in Italia. Diffondere la pratica sportiva è l’obiettivo.
Il presidente della Federtennis ha parlato anche di Matteo Arnaldi, esordiente nella competizione, e di Fabio Fognini, reduce dalla vittoria nel challenger di Valencia.
Arnaldi ha conquistato un punto chiave giocando forse la sua peggiore partita dell’anno. Perché oltre alle qualità tecniche, ha una capacità innata di lottare. Però mi permetta un pensiero per Fabio Fognini, che nello stesso giorno ha vinto un bel torneo challenger battendo Ramos Vinolas e Bautista Agut, il che gli consente di tornare a ridosso dei 100 per stare dentro i tabelloni negli Slam. Fabio è un patrimonio del tennis italiano. Il nostro tennis ha bisogno di tutti, di chi negli anni in cui non avevamo fenomeni ha fatto prestazioni eroiche per tenere la squadra italiana ad alto livello.
Da Alcaraz a Sinner, passando per Djokovic: a tutto Binaghi
Vorrei sollecitare tutti, partendo dai grandi ex campioni come Pietrangeli, fino agli altri che ora esultano, di rileggersi le dichiarazioni di due mesi fa e riflettere. Per noi non è cambiato nulla. L’avevo detto a Bologna. Il nostro obiettivo non è vincere la Davis, ma avere un giocatore che sia nei primi tre per i prossimi 10 anni, vinca gli Slam. Questo ci cambia la storia, non una Coppa Davis. Ne arriveranno altre
di conseguenza. La seconda considerazione è che noi dobbiamo riuscire ad adattarci alle nuove esigenze, adattare i principi fondatori per cui la Nazionale è la Nazionale, a un giocatore e magari più di uno tra i primissimi nel mondo. La storia dice che sono esigenze difficilmente compatibili oggi, ricordate
Nadal, Federer e Djokovic.
Dobbiamo tenere vivo il principio della Nazionale, dando risorse, strumenti, struttura, ma guardando alla programmazione individuale di super professionisti super impegnati e super stressati dal punto di vista fisico come i campioni del tennis di oggi. Una situazione nuova per noi che va risolta con una visione differente, compresa la disponibilità del gruppo a capire. E il ruolo del capitano, pur avvantaggiato dalla qualità, si complica. Belle problematiche di una nuova era che grazie a Dio abbiamo affrontato bene. Se avessi seguito quei giornali, quegli opinionisti, quei campioni non saremmo qui. Ho fatto la scelta che la mia coscienza imponeva. La decisione che ha massimizzato i risultati della Nazionale, i risultati e le ricadute promozionali del tennis nel Paese. La raccomandazione, già data allo staff di Sinner e poi al mio interno, è stare con i piedi per terra. Su Sinner non ho dubbi, ragazzo, umile, semplice, di grande etica, molto più intelligente e profondo di quanto voglia far passare. Dobbiamo seguire la strada di questi 20 anni, trasformando tutto questo in un prodotto di valore sempre crescente, che moltiplichi risorse e praticanti.