Tra un “Io la denuncio!” e un “Lei non sa chi sono io!” può benissimo capitare di trovare ogni tanto, qui e là, un vip. E, quando questo accade, la cosa diventa in men che non si dica una notizia. Non fanno eccezione Raoul Bova e la sua compagna Rocio Munoz Morales, loro malgrado protagonisti di un evento accaduto nell’aprile di ben quattro anni fa.

Lite in strada tra Raoul Bova e un automobilista, le parti si sono incrociate in tribunale

Stavo aprendo la portiera quando ho sentito un colpo sul finestrino. Ho riconosciuto quella persona, era Raoul Bova che prendeva a calci la mia auto. Gli ho mostrato il telefono dicendogli “Sono un avvocato, chiamo la Polizia”. Lui per tutta risposta mi ha preso il telefono e l’ha sbattuto contro il tettuccio.

Lui, l’automobilista avvocato, ha raccontato tutto in un’aula di tribunale. Con il noto attore e regista romano sarebbe entrato in contatto (burrascoso, a quanto viene raccontato) il 27 aprile del 2019: una lite per un parcheggio. Anzi, per la manovra in fase di parcheggio forse azzardata con cui l’automobilista avvocato avrebbe, secondo la difesa di Bova, messo in pericolo Rocio Munoz Morales.

La reazione dell’attore di, tra gli altri, “La nostra vita” e “La finestra di fronte” si sarebbe allora tramutata in un’accusa di violenza privata, lesioni e minacce. Il 52enne Bova avrebbe infatti detto all’altro:

Ora ti porto dentro e ti sistemo.

Una manovra forse azzardata, le urla di Rocio, la reazione di Bova: “Ma Raoul non l’ha toccato!”

Continuando il suo racconto in tribunale, l’uomo ha poi detto di essere stato aiutato da un finanziere.

Questi gli ha detto di fermarsi perché stava commettendo un reato. Soltanto a quel punto sono riuscito a chiamare la Polizia. Poi sono andato in pronto soccorso per controllare il mio dolore alla spalla ed è stata stabilita una prognosi di cinque giorni.

“Il mio compagno non l’ha toccato”, ha però assicurato Rocio Munoz Morales, spiegando che Bova sarebbe intervenuto in suo soccorso, sentendola urlare.

La prossima udienza è fissata per il 16 aprile (a distanza di 5 anni dall’accaduto…). Fino ad allora, il giudice ha invitato presunto aggressore e presunto aggredito a trovare un accordo.