Nel Sud Italia, si è conclusa con grande la serie di manifestazioni per lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil, articolata in cinque giornate di protesta territorialmente distribuite. Oggi è toccato alle regioni meridionali del paese arrestarsi, ed è arrivata così la fine della mobilitazione che ha coinvolto tutta Italia. Dai dati preliminari, emerge un’adesione media del 70% nelle regioni della Campania, Puglia, Basilicata e della Calabria.

Sciopero di Cgil Uil, il Sud  Italia partecipa alla mobilitazione

Diversi settori sono stati coinvolti nella mobilitazione che ha attirato l’attenzione di diverse fasce lavorative, fatta eccezione di pubblico impiego, trasporti, istruzione, università, ricerca e dei servizi postali, che già avevano iniziato a scioperare il 17 novembre scorso a livello nazionale.

Nelle piazze di Catanzaro, Cosenza, Potenza, Reggio Calabria, Bari e Napoli, si sono fatti sentire tanti manifestanti che sono anche intervenuti sul palco, insieme ai segretari dei sindacati che hanno indetto lo sciopero. PierPaolo Bombardieri, infatti, segretario generale della Uil, ha preso la parola a Bari, mentre Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha concluso  parlando della forza dei lavoratori.

I dati della partecipazione allo sciopero

I dati pervenuti mostrano una partecipazione straordinaria agli scioperi, con punte che arrivano alla totalità dei lavoratori (100%) alla Lidl di Taranto, allo stabilimento La Doria di Fisciano (che si trova in provincia di Salerno), e alla General Electric di Foggia.

Lo sciopero raggiunge un’altissima adesione anche presso la Rummo di Benevento (con un picco del 95%), presso la Heineken di Taranto (70%), fino alla Natuzzi di Matera (94%) e la Dalmine di Potenza (90%). Anche l’indotto Eni della Basilicata registra un’alta partecipazione, con il 90% degli astenuti, insieme all’Italgas in Calabria (si arriva al 70% di astensione) e alla Sielte, con il 90% dei lavoratori in sciopero. 

Gli scioperi non si arresteranno -comunicano insieme UIL e CGIL-, fino a quando il Governo non deciderà di ascoltare e rispondere alle rivendicazioni dei lavoratori: si parla di garantire salari migliori, l’estensione dei diritti, nonché la modifica della legge di bilancio, proposta dal Governo.