La Cop28 non è solo un ottimo modo per discutere degli impatti del cambiamento climatico ma anche un’occasione per confrontarsi su svariati temi con i leader mondiali: lo sa bene la premier Giorgia Meloni che ha incontrato diversi capi di stato e di governo.
Meloni incontra leader mondiali alla Cop28
Spazio al clima ma anche alla diplomazia. A Dubai la premier Meloni, a margine dei lavori della Cop28, ha visto il presidente turco Erdogan, il presidente israeliano Herzog, il premier Indiano Modi e il primo ministro libanese, Najib Miqati. Incontri utili per parlare della delicata questione in Medio Oriente in particolare dopo la fine della tregua che ha consentito di riportare diversi ostaggi da Gaza.
Cosa ha detto Meloni agli altri leader
Si lavora già ad un’altra pausa umanitaria. Stando alle parole di Meloni i leader sarebbero d’accordo con una nuova tregua nella regione. La presidente del Consiglio ha poi detto al presidente israeliano Herzog, che l’Italia è al fianco del popolo israeliano e che si lavorerà per una pace – questa volta – duratura. Stesso argomento trattato con il primo ministro libanese Miqati con il quale Meloni si è confrontato in merito alla sicurezza nella regione. Infine un breve incontro con Modi per discutere del miglioramento del rapporto tra India ed Italia dopo la visita della premier a Nuova Delhi qualche mese fa.
Le parole di Meloni sulla lotta al cambiamento climatico
Il clima resta al centro della Cop28. Meloni a margine ha detto dell’evento che nonostante i progressi compiuti dopo l’Accordo di Parigi, qualcuno ha ancora difficoltà ad adattarsi. Le risposte inadeguate – continua la premier- non solo amplificano gli impatti del cambiamento climatico, ma aumentano anche le tensioni rendendo complesso lo sviluppo sostenibile. E’ necessario quindi che ci sia un cambiamento radicale per contrastare il global warming senza creare ulteriori gap:
“L’adattamento è una priorità per tutti, ed è una priorità per l’Italia, che, come Nazione del Mediterraneo, una delle aree geografiche del pianeta identificata come ‘hot spot’ climatico, è ben consapevole delle proprie responsabilità, non solo al proprio interno ma nel contesto globale”
Non manca ovviamente l’impegno per la costruzione di un modello di sviluppo alternativo dagli Stati industrializzati che dovranno raddoppiare collettivamente ed entro il 2025 il loro sostegno per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico. La premier ha poi detto che l’Italia contribuirà con 100 milioni di euro al lancio del ‘Loss and Damage Fund’, a beneficio degli Stati più vulnerabili:
“Chiaramente, le singole Nazioni possono fare poco senza la collaborazione internazionale, e ogni forum multilaterale deve saper fare la propria parte. Ed è ciò che porteremo avanti anche quando l’Italia assumerà la presidenza del G7 nel 2024”