Il caso Alex Schwazer continua a tenere banco, così “come la sua tenacia“, afferma il Maestro dello Sport ed ex allenatore dell’atleta Sandro Donati. Gli è sempre stato accanto, e anche adesso vede quel ragazzo grintoso e mai domo all’interno del Grande Fratello, lì dove gli è arrivata la notizia del mancato sconto di pena per tentare di partecipare alle Olimpiadi di Parigi.

“Conosco la sua tenacia. Si è organizzato da solo e come si deve. Per la verità non seguo molto, ma
sta andando bene, ci trovo tracce di esperienze passate e ha ancora una grande tempra” spiega Donati, che intervenuto nella trasmissione “A Tutto Sport” su CusanoNews7 ha detto la sua sul marciatore altoatesino.

Caso Schwazer, Donati: “Non avrei chiesto lo sconto e non mi appellerei. Fidal e Coni? Nessuna ostilità nei miei confronti”

Una forza di volontà importante, che secondo Donati è un messaggio importante: “Per chi ha orecchie
per intendere, un’atleta con ancora quell’efficienza, è la risposta migliore sul valore enorme di questo uomo”.

D: Ci speravate nello sconto di pena?

R: “Lui si, io no. Perché è evidente in tutta la storia la determinazione con la quale hanno mostrato ostilità. La vicenda è stata raccontata ed è nota, il giudice di Bolzano l’ha descritta in 87 pagine dove ha detto che Alex è innocente, con una probabilità vicina alla certezza che la sua urina è stata manipolata. Non c’è molto da dire, c’è solo da riflettere. Ci vorrebbe un atto, che non arriva da istituzioni chiuse a riccio e che negano anche di fronte l’evidenza. Io sono stanco di parlare di questa storia, gli hanno impedito una seconda parte di carriera brillantissima”.

D: Giusto presentare ricorso?

R: “Questo lo stabilisce Alex che ad ora è isolato nella casa. Io da parte mia non avrei mai chiesto lo sconto e tantomeno mi appellerei. Non mi rivolgerei mai a questa gente”.

D: Ma ad oggi la 50 km non esiste più, c’è solo la 20. Non sono due sport diversi?

R: “Non direi. Premettiamo che ha 39 anni, non è eterno. Un calo di prestazione può esserci sia nei 50 come nei 20. Ha dimostrato nel 2016 arrivando secondo in una gara internazionale a La Coruna, a pochi metri dal campione olimpico, che può essere competitivo in entrambe. Direi che il problema non è la distanza, ma se è schierato sulla linea di partenza oppure no”.

Profonda sfiducia nel sistema

Il Maestro dello Sport Sandro Donati non ha dubbi, Alex Schwazer può ancora dire la sua in termini sportivi: “Si può piazzare, è talmente forte che può farcela”.

D: E’ convinto che nonostante i suoi 39 anni possa ancora gareggiare ad alti livelli?

R: Gli anni passano, ma negli allenamenti sta andando bene. Ma nonostante questo io nutro una sfiducia profonda nel sistema, e credo che gli impedirebbero in tutti i modi di gareggiare. Prima di incastrarlo, contro di lui erano stati intrapresi procedimenti vari, che avesse preso parte a gare che erano allenamenti in realtà. C’era già una predeterminazione chiara. Questi poi li hanno accantonati perché avevano trovato un altro modo per bloccarlo, proverebbero di tutto pur di impedirgli di gareggiare”.

D: Tutto questo potrebbe influenzare il giudizio di quelle persone che vedendo il caso possono pensare che questo accanimento non esista?

R: “Non so fino a che punto la gente comune riesca ad entrare nei meandri di una vicenda complessa. Dico una cosa: quando si entra nel mondo dei controlli antidoping, con tutte le conseguenze di una positività di un atleta, bisogna darsi reciprocamente delle garanzie. Così come le ha il sistema, bisogna darle anche all’atleta. Ho fatto una proposta, che venga lasciata all’atleta una piccola provetta con il campione della sua urina. Questa è la garanzia, così che non venga fatta una truffa, o si subisca una manipolazione. Altrimenti bisogna credere per fede, ma non è possibile. Il sistema deve dare un segnale di correttezza dando la possibilità all’atleta di avere questa provetta”.

D: Professore, lei è stato contattato in questi ultimi anni dalla FIDAL o dal CONI per un riavvicinamento?

R: “Non ho nessun problema da questo punto di vista. Svolgo tante attività didattiche, di allenamento con atleti importanti, sono tornato a fare l’allenatore perché ho dedicato anni pesanti a difendere Alex, fino all’ultimo, perché è un innocente che è stato massacrato. Sia Coni che Federazione di Atletica non hanno nessuna ostilità nei miei confronti”.