Il ministro degli Esteri della Russia, Serghiei Lavrov, in conferenza stampa a Skopje, ha fornito un particolare interessante riguardo la guerra tra Russia e Ucraina. Secondo Lavrov, infatti, diversi mesi fa c’era un accordo per una pacificazione con l’Ucraina ma ad opporsi fu Boris Johnson, che suggerì di continuare il conflitto.
“C’era un accordo e lui era lì, a Istanbul, alla fine di maggio (del 2022), dopo diversi turni di trattative. Tre sessioni in Bielorussia, e l’ultimo a Istanbul. E l’accordo era stato raggiunto, come ha confermato uno dei partecipanti al negoziato, del gruppo di Zelensky, David Rahamja, componente della delegazione a Istanbul. Ma Boris Johnson venne e disse: “no, dovreste continuare la guerra”.
Il ministro russo, in seguito, attacca frontalmente Blinken e Borrell, definendoli dei codardi per essersi defilati dal summit. Non risparmia stoccate anche all’Unione Europea, dichiarando come al suo interno non vi sia alcuna democrazia.
“Blinken e Borrell se ne sono andati. Perché sta succedendo questo? Beh, probabilmente pensano che così facendo enfatizzano la loro intenzione di isolare la Russia. Ma penso che siano semplicemente dei codardi, hanno paura di qualsiasi colloquio onesto davanti ai fatti.
Io non faccio appello alla distruzione dell’Unione europea, non c’è bisogno di fare tali appelli. Constato soltanto come si comportano quei Paesi che si presentano come modelli e esempio di democrazia. Ma lì, nell’Unione Europea non vi è alcuna democrazia. Lì la disciplina del bastone, l’addestramento, a mio avviso, è addirittura peggiore che nella Nato. Direi ‘meglio’ che nella Nato”.
Guerra in Ucraina, Lavrov: “Oltre 125mila perdite per Kiev da giugno”
Il ministro degli Esteri russo ha poi evidenziato quelle che sono le perdite dell’Ucraina negli ultimi mesi del conflitto. In particolare durante il periodo in cui il leader Volodymyr Zelensky ha dato avvio alla fase definita della controffensiva. Lavrov ha evidenziato come gli ucraini abbiano perso oltre 125mila soldati, con la conseguenza che la capacità di combattimento è fortemente ridotta.
“La mobilitazione militare totale, le forniture di armi occidentali e l’utilizzo nei combattimenti delle riserve strategiche da parte del comando ucraino non hanno cambiato la situazione sul campo di battaglia”.
Tajani: “Non vedo le condizioni per una tregua”
Sul tema di una possibile cessazione delle ostilità è intervenuto anche il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani. Il leader di Forza Italia ha ribadito il sostegno del paese verso l’Ucraina, evidenziando però come nell’immediato sia difficile la fine del conflitto.
“L’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina nella sua battaglia a difesa del diritto internazionale e della propria integrità territoriale. Ne abbiamo parlato a lungo anche al vertice Nato-Ucraina. Da parte dell’Italia, dell’Ue e dell’Occidente continuerà il sostegno anche alla popolazione civile.
Quando ci sono le guerre gli anni sono sempre difficili, però in questo momento non vedo condizioni per una tregua, bisogna continuare a lavorare con la diplomazia e cercare di fare in modo che i russi si rendano conto che non si può continuare a violare il diritto internazionale. Mi auguro anche che la Cina svolga un ruolo positivo cercando di convincere la Russia a fare marcia indietro sull’invasione”.