Professionista esemplare, uomo d’altri tempi. Fernando Orsi, Nando per tutti, è stato un grande portiere. Un giovane talento, cresciuto tra le file della Roma, su cui c’erano grandi aspettative. Avrebbe sicuramente potuto vincere di più in carriera, ma a trent’anni ha fatto una scelta romantica, di cuore: per amore della Lazio ha scelto di accettare l’offerta biancoceleste ed è diventato secondo portiere. Lo ha fatto con stile, senza lamentarsi mai e continuando ad allenarsi al massimo delle sue possibilità. Fra gli anni da calciatore quelli da allenatore, con il club capitolino ha passato vent’anni di cui i 12 in campo e 8 da preparatore dei portieri. Oggi è un affermato commentatore di Sky e quando può torna con piacere allo stadio Olimpico per seguire i biancocelesti. Per commentare la qualificazione in Champions, l’andamento in campionato e la sfida di domani, Lazio-Cagliari, Orsi è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Lazio-Cagliari, Orsi a Tag24
Il match di domani con il Cagliari è per la Lazio quasi una sfida da dentro o fuori. Dopo aver archiviato il passaggio del turno in Champions League, ora la squadra di Maurizio Sarri deve dare una svolta anche in Serie A per cercare di recuperare terreno rispetto alle dirette concorrenti per la corsa ai primi posti della classifica. I numeri, per ora, sono impietosi. I biancocelesti devono dimostrare di aver archiviato la pessima figura fatta la scorsa settimana contro la Salernitana e ritrovare il giusto spirito per affrontare le prossime sfide di campionato. Arrivati a questo punto il margine d’errore è pari a zero. Per commentare la partita contro il Celtic, l’andamento in campionato e la sfida di domani, Lazio-Cagliari, Orsi, ex portiere che ha vestito anche la maglia del club capitolino, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La Lazio ha un volto in Champions ed è una squadra completamente diversa in campionato. Martedì sera eri allo stadio Olimpico per Lazio-Celtic, come fare per diventare quella squadra anche in Serie A?
“Il problema è che non lo sanno neanche loro. Sarri ne ha parlato spesso ed è chiaro che non lo sa nemmeno lui come deve fare per risolvere questo problema. Io non ho la soluzione. Penso che la Champions dia stimoli molto importanti e non c’è margine di errore. Sono 6 partite, non 38 e quindi non c’è tempo per recuperare. E poi, come ha detto Immobile, la musica stimola di più. Questo però non è giusto, perché poi in campionato di perdono punti con squadre altamente al di sotto di quelle che si affrontano in Europa. È una questione di mentalità, di approccio e cattiveria. In campionato sembra una squadra trasformata, che non ha la volontà di poter imporre il proprio gioco. Mi aspetto ogni domenica che possa esserci una svolta, ma ormai di questa squadra mi fido poco”.
A proposito di questo, domani sulla carta l’occasione pare favorevole visto che all’Olimpico arriva il Cagliari. Considerando la brutta figura fatta con la Salernitana però, diventa difficile fare una previsione sul match dei biancocelesti…
“La Lazio ha perso punti col Lecce, con il Genoa, col Bologna, con la Salernitana. È quasi impossibile fare previsioni sulla formazione di Sarri. Anche perché le tredici partite fatte non mi hanno mai convinto del tutto, anche se sono arrivate delle vittorie. È una squadra che ha seri problemi in campionato. Gioco lento e prevedibile, giro palla sterile che non fa male alle altre squadre. Le avversarie fanno sempre bella figura, mentre la Lazio è monocorde e non ha ritmo e intensità. 17 punti sono davvero pochissimi per la squadra vice campione d’Italia”.
Tutti i calciatori che hanno avuto modo di parlare in questi giorni si sono dichiarati al fianco di Sarri. Secondo te lo hanno dimostrato in campo, oltre che a parole?
“La squadra deve giocare per sé stessa, per la sua professione e non per l’allenatore. La Lazio gioca male in questo momento, non c’entra nulla Sarri. Ha subìto una netta involuzione rispetto allo scorso anno, questa è la verità. Giocare per l’allenatore è un falso problema. Non penso che i calciatori stiano pensando se vogliono o meno Sarri. Devono risolvere i problemi che hanno internamente, ma non penso siano contro il tecnico”.
I punti di distacco con le posizioni europee sono tanti. La stagione si può ancora recuperare?
“Penso che sia davvero molto difficile. Le quattro lì davanti, Napoli, Milan, Inter e Juve mi sembrano irraggiungibili. I punti di distacco sono tanti e per tornare in corsa qualcuno dovrebbe crollare. Non mi sembra questo il caso però. La Lazio deve cercare di fare un filotto di almeno 3 o 4 partite e poi vincere gli scontri diretti, quelli importanti. Il problema è sempre lo stesso però, se non giochi bene continui a fare un’altalena. Questo ti porta a fare un campionato normale o deludente”.
Possibile che tutto sia riconducibile alla cessione di Milinkovic Savic?
“Penso proprio di no. Non può soltanto un giocatore condizionare l’interno modo di giocare. Non è che la Lazio prende gol o non segna perché manca Milinkovic. Per il resto i giocatori sono gli stessi, ma con un passo diverso. Lui era sicuramente uno che determinava tanto, ma non tutto”.
La doppietta può restituire il vero Immobile alla Lazio?
“Si sarà liberato un po’, soprattutto dal punto di vista mentale. D’altronde chi ha fatto 200 gol non si può mica dimenticare come si fa. Alla fine del match ha detto che ha fatto 2 gol perché era in area di rigore. Questo vuol dire che la squadra non lo asseconda benissimo. Se gli dai palla in area lui è uno che i gol li fa e la Lazio è mancata in questo, in ogni partita. Non si registrano tiri in porta, lo scorso anno era diverso”.