Entra nel vivo la Cop28, il vertice in programma a Dubai dove sono presenti tutti i leader mondiali per quanto riguarda le discussioni relative al cambiamento climatico. L’obiettivo comune deve essere quello di compiere dei passi in avanti e raggiungere così dei concordati comuni prima che la situazione globale diventi irreparabile.
Sul tema, si sono espresse anche le due principali cariche politiche europee, la presidente della Commissione Europea e il presidente del Consiglio Ue, rispettivamente Ursula Von der Leyen e Charles Michel. I due sono stati protagonisti di una dichiarazione congiunta in cui hanno ribadito l’impegno che si assumerà l’Europa entro fine anno.
“Questa Cop28 riguarda l’ambizione, gli obiettivi e i finanziamenti. Sull’ambizione: le emissioni globali devono raggiungere il picco entro il 2025. Dobbiamo eliminare gradualmente i combustibili fossili. E dobbiamo ridurre le emissioni di metano.
Ciò che chiediamo a livello globale, dobbiamo realizzarlo a livello nazionale. Infine, la finanza: quest’anno dobbiamo raggiungere l’obiettivo dei 100 miliardi. L’Europa ha sempre dato il meglio di sè. L’anno scorso l’Ue ha contribuito con quasi 30 miliardi di dollari ai finanziamenti pubblici per il clima. E l’Unione europea contribuirà al nuovo Fondo per le perdite e i danni”.
Cop28, Von der Leyen: “Stabiliamo un prezzo al carbonio”
Oltre alla dichiarazione congiunta, la presidente Von der Leyen ha ribadito quello che deve essere l’impegno per la riduzione immediata delle emissioni. Una strada potrebbe essere quella relativa allo stabilire un prezzo al carbonio.
“Se vogliamo mantenere il riscaldamento globale al di sotto del punto critico di 1,5 gradi, dobbiamo ridurre le emissioni globali. E c’è un modo per farlo, promuovendo al contempo l’innovazione e la crescita. Stabilire un prezzo al carbonio. Oggi siamo qui per dare impulso a questo movimento globale”.
La politica internazionale ha un peso nella Cop28: tanti i boicottaggi e le assenze
Oltre alle dichiarazioni da parte dei partecipanti, è importante valutare anche le prese di posizione dei singoli paesi nei confronti di altri. Lo scacchiere della politica internazionale, infatti, si delinea anche in queste circostanze.
Pesa il rifiuto dei presidenti di Polonia, Lettonia e Lituania alle foto di ritiro con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, considerato l’uomo forte di Vladimir Putin contro l’invasione ucraina. I rappresentanti iraniani, invece, hanno lasciato la sala dei colloqui in aperta opposizione alla presenza di una delegazione di Israele, al centro dell’attuale conflitto con Gaza.