Il gip del Tribunale per i minori ha accolto la richiesta di giudizio immediato per Oliver, il 17enne finito in carcere per l’omicidio di Michelle Causo, consumatosi nel quartiere Primavalle di Roma lo scorso 28 giugno. La prima udienza del processo a suo carico è stata fissata per il 6 febbraio 2024. Il giovane è accusato di omicidio volontario pluriaggravato, occultamento e vilipendio di cadavere.

Michelle Causo uccisa a Primavalle, il commento del legale della mamma dopo l’ok al giudizio immediato per Oliver

La mamma di Michelle si affida alla giustizia, ha chiesto sempre e solo di conoscere la verità”, ha dichiarato a Tag24 l’avvocato Claudia Di Brigida – che assiste Daniela Bertoneri, madre della ragazza uccisa a Primavalle lo scorso giugno – dopo aver appreso la notizia dell’ok al giudizio immediato per il killer della 17enne.

“Non conosciamo gli atti di indagine – ha aggiunto -, ma la famiglia ha sempre contestato la versione dell’imputato“, che agli inquirenti aveva detto di essere stato minacciato dalla giovane – con cui aveva un debito di poche decine di euro – con una pistola finta e di aver reagito per difendersi, credendo che fosse vera.

Una versione dei fatti da subito ritenuta inverosimile e adesso smentita dall'”imputazione”, che “va nella direzione ipotizzata – spiega il legale -:Michelle non ha aggredito nessuno e il suo omicidio è stato pianificato e realizzato barbaramente”. Al ragazzo sono state infatti contestate più aggravanti, tra cui quella della premeditazione.

La ricostruzione dell’omicidio

Sembra che la mattina dell’omicidio Oliver avesse chiamato più volte Michelle, forse per darle appuntamento. Attorno alle 11 la ragazza era arrivata nell’appartamento in cui lui viveva insieme alla madre, al civico 25 di via Giuseppe Benedetto Dusmet e, al culmine di una lite, era stata accoltellata e lasciata agonizzante.

Poi “l’amico” aveva tentato di disfarsi del suo corpo: quando era ancora sanguinante l’aveva chiuso in dei grandi sacchi neri per l’immondizia e, con l’aiuto di un carrello che si era procurato dopo essere uscito temporaneamente di casa (e aver chiamato dei conoscenti), l’aveva trasportato fino a dei cassonetti, abbandonandolo a bordo strada. Nel farlo aveva attirato l’attenzione di un passante che, insospettito dal suo comportamento, l’aveva prima seguito con lo sguardo e poi l’aveva denunciato, dando l’allarme.

Quando i carabinieri erano arrivati nei pressi della sua abitazione, dopo aver scoperto il corpo, il 17enne stava tentando di ripulire la scena del crimine, ma le tracce di ciò che aveva fatto erano evidenti. Aveva confessato, ma sul movente del delitto non ha mai fatto chiarezza. Alla questione del debito, infatti, gli inquirenti non hanno mai creduto: com’è possibile che per 30 euro arrivasse a tanto?

Il movente mai ricostruito

L’ipotesi è che dietro l’omicidio della 17enne si celi altro, forse ricatti di natura sessuale. Ma si tratta di congetture. “Michelle era una ragazza molto dolce – ci aveva detto il legale Di Brigida a un mese dall’omicidio -. Dedicava molto tempo e interesse agli amici e ai familiari. Purtroppo forse ha pagato questa sua disponibilità verso l’altra persona, verso l’Altro, con la vita”.

La speranza di chi ha a cuore la vicenda è che nel corso del processo si arrivi alla verità e che poi sia fatta giustizia. Oliver intanto è stato trasferito dal carcere minorile di Casal del Marmo a una struttura del Nord Italia, perché a Roma era a rischio pestaggi da parte di altri detenuti. A luglio gli amici della vittima avevano preso di mira il suo appartamento a Primavalle, devastandolo dopo averne tappezzato l’ingresso con striscioni contro la violenza sulle donne.

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