Cambiare il passo, ingranare la marcia e riprendere in mano la stagione. La Lazio sa bene che i bonus da giocare nell’arco dell’anno sono finiti. Ora non può più sbagliare e se vuole tornare tra le grandi e puntare a una posizione europea deve trovare continuità. Finora il bottino è davvero scarno: 17 punti in 13 partite, frutto di 5 vittorie, 2 pareggio e ben 6 sconfitte. Eppure in Champions League i biancocelesti girano diversamente ed è proprio da quell’atteggiamento che dovranno ripartire anche in Serie A. L’appuntamento con la svolta, a cui la squadra di Sarri non può mandare, è fissato per domani, allo stadio Olimpico, ore 18.00. Per presentare la quattordicesima giornata di campionato, Lazio-Cagliari, Lazzari è intervenuto in conferenza stampa rispondendo alle domande dei cronisti presenti. Di seguito le sue parole.
Lazio-Cagliari, Lazzari in conferenza stampa
La partita di Champions League, la vittoria contro il Celtic e il passaggio, con una gara d’anticipo, del girone non sono altro che la base di partenza. La Lazio ha appena raggiunto il suo primo obiettivo stagionale, ma adesso è in campionato che dovrà mettere una marcia diversa. Il terreno perso in tredici giornate è davvero troppo e adesso i biancocelesti sono costretti a rincorrere senza sbagliare mai. Mister Sarri, domani contro il Cagliari, si aspetta una risposta dalla sua squadra perché sa bene che per uscire dalla crisi non basta di certo una sola partita. Serve continuità, di risultati e di prestazioni per tornare ad alti livelli. La formazione sarda ha iniziato con grande difficoltà, ma nelle ultime settimane ha dimostrato di essere in crescita e all’Olimpico venderà cara la pelle per strappare qualche punto. Per presentare il match, Lazio-Cagliari, Lazzari è intervenuto in conferenza stampa,
“Speriamo che la vittoria con il Celtic ci lasci energia e adrenalina per tornare subito sul campionato. Siamo in ritardo e non sappiamo perchè in Champions andiamo alla grande e in Serie A no. Il passaggio del turno è importante per noi e per la sociatà, ma domani sarà una gara da dentro o fuori. Dobbiamo approcciare bene come abbiamo fatto con il Celtic martedì”.
Sulla sua crescita personale
“Ho fatto tutta la mia carriera da quinto di centrocampo e con l’arrivo di mister Sarri mi sono dovuto adattare. I primi due anni sono stati di studio, è un altro ruolo e un altro calcio. Ora mi sento meglio e penso si veda. Penso più a difendere che ad attaccare, è quello che mi chiede il mister. Sotto questo punto di vista sono cambiato tanto, cerco di rimanere concentrato per 90 minuti perché fare il difensore non è fare il centrocampista o l’attaccante. Se sbagli dietro è un disastro. Spero di continuare a crescere. Facendo il terzino arrivo sul fondo e sono meno lucido. Come su tutto ci sono pro e contro, mi sto adattando. Questo è un calcio che mi piace molto e posso sfruttare le mie caratteristiche”.
Effettivamente il ruolo di Lazzari è cambiato tanto nel corso del tempo. Con l’arrivo di Sarri si è dovuto adattare a terzino, mentre con Inzaghi e anche in precedenza aveva dato il meglio di sè da quinto di centrocampo. A un certo punto aveva rischiato addorittura di finire ai margini del progetto, ma Lazzari non si è arreso e ha continuato a lavorare a testa bassa. I progressi fatti sono stati molti e adesso il tecnico toscano ha ritrovato fiducia in lui.
“Quando un giocatore non gioca perde fiducia ed è poco contento. In questi 3 anni sono cresciuto tanto anche a livello mentale e ho imparato ad affrontare anche i momenti difficili. Mi sono sempre allenato bene ed è fondamentale. La stagione è lunga, ci sono periodi in cui stai bene e altri in cui stai peggio. L’importante è cogliere ogni opportunità. Sono contento di quello che sto vivendo e spero solo di continuare. Ho fatto 30 anni, ma non si finisce mai di imparare. Fino a tre anni fa non avrei mai immaginato di fare il terzino in una difesa a quattro e invece ora lo faccio. Sono orgoglioso dei passi fatti, ma la fase difensiva sarà sempre il mio pallino. Nazionale? E’ il sogno di ogni giocatore ed essere nella rosa dell’Europeo o del Mondiale è un mio obiettivo. È normale ci sia tanta competizione e terzini molto forti. Io devo concentrarmi sulla Lazio, fare bene in campionato e in Champions. Solo così potrò avere una chance”.
Lazio dai due volti
E’ una Lazio dai due volti quella a cui stiamo assistendo: concreta e cinica in Champions League e debole e scarica in campionato. Sarri ne ha già parlato più volte e insieme al suo staff e alla squadra sta cercando di risolvere il problema. Lo scorso anno era accaduto esattamente il contrario e avevamo sentito parlare spesso della difficoltà di affrontare tanti impegni con una rosa corta. La società però in estate si è mossa, anche per risolvere questo problema. I risultati però ancora non sono soddisfacenti e Lazzari, insieme a tutto il resto dei compagni, ne sono consapevoli.
“Lo ha detto anche il mister, lo scorso anno abbiamo fatto benissimo in campionato e malissimo in Europa. Quest’anno sta succedendo il contrario. Dobbiamo rimboccarci le maniche. Non ci sono altre competizioni che tengano, da domani dobbiamo dare un segnale forte e tornare a vincere in campionato. Per noi è la cosa principale perché solo arrivando tra le prime quattro possiamo tornare in Champions. Dobbiamo dare una risposta definitiva”.
Le motivazioni di questo andamento così altalenante vanno ricercate prendendo in considerazione diversi fattori. Il primo però, quello che balza più facilmente davanti agli occhi di tutti, è la partenza di Milinkovic Savic. Il Sergente era un veterano per questa Lazio, un punto di riferimento e un calciatore con una spiccata personalità. Uno dei pochi capaci di caricarsi la squadra sulle spalle e di cambiare anche da solo le sorti di un match. Ma la cessione di un solo giocatore, seppur così importante, può aver influito in maniera così pensate sulla stagione biancoceleste?
“Con Sergio ci conoscevamo da 5 anni ed era tutto semplice, bastava uno sguardo per capirci in campo. La Lazio ha perso un grande giocatore che poteva cambiare le partite. Sono però arrivati giocatori importanti, su tutti faccio il nome di Guendouzi. Si sta inserendo bene, ci vorrà tempo, ma con lui la Lazio ha fatto un grande affare. I giocatori arrivati vengono da campionati e Paesi diversi, è normale ci voglia più tempo. Per uno come Rovella ad esempio è più facile. Il mister chiede determinate cose e basta che uno non lo faccia e salta tutto. Serve pazienza, ma dobbiamo imparare al più presto quello che vuole Sarri e riportarlo in campo. Isaksen? Un ragazzo intelligente, ci stiamo trovando bene. Spero possa fare la differenza anche in campionato”.
Il secondo posto
Le aspettative del popolo biancoceleste erano altissime. Il secondo posto dello scorso anno e il mercato importante fatto dalla società in estate, avevano fatto ben sperare per l’avvio della nuova stagione. In molti però non avevano messo in conto tutte queste difficoltà, squadra e allenatore compresi. Forse, secondo qualcuno, i problemi partono proprio da quel secondo posto raggiunto e con la possibile pancia, inspiegabilmente già piena. Una teoria che Lazzari smonta completamente:
“No, non abbiamo pensato di essere più forti degli altri. Conosco bene i miei compagni e non ci è mancata umiltà. A volte, come a Salerno, chi guarda la partita può pensare che non abbiamo avuto cattiveria, consapevolezza e personalità ed è vero. Sappiamo che il campionato è la nostra priorità e dobbiamo darci una svegliata. Dobbiamo replicare in Serie A quello che facciamo in Champions”.
La stagione di Immobile
La qualificazione in Champions e la doppietta di Immobile, è da lì che la Lazio vuole ripartire in questa stagione e domani contro il Cagliari dovrà dimostrare di esserne in grado. La cosa più importante, nelle ultime settimane è il recupero del capitano. In questa prima parte di stagione anche Immobile, come il resto della squadra d’altronde, ha incontrato tante difficoltà sia fisiche che mentali. All’appuntamento con i gol pensanti però si è fatto trovare pronto.
“Ciro è sempre molto sereno, felice e dopo i due gol con il Celtic l’umore è migliorato ancora. Sta bene, è in fiducia perché anche quando è subentrato ha fatto la differenza. Su di lui ci sono state tante critiche, ma lui è forte come uomo e come calciatore. Ha guardato avanti e ha dato anche a noi una grande dimostrazione. È più bravo di Castellanos ad andare in profondità mentre Taty viene incontro e fa giocare la squadra. Siamo fortunati ad averli entrambi perché possono farci vincere le partite. Sarà sempre il mister a decidere chi giocherà, ma in ogni caso sono due attaccanti molto forti”.