Dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, al presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, l’opposizione era rappresentata quasi al completo, stamani, in un caldo (in tutti i sensi) 1 dicembre, per l’atteso intervento di Guido Crosetto alla Camera. A Montecitorio, il ministro della Difesa ha risposto all’interpellanza urgente presentata da +Europa, e illustrata da Benedetto Della Vedova, circa le gravi dichiarazioni rilasciate al “Corriere della Sera” domenica a proposito di quella che ha chiamato “opposizione giudiziaria“. Aveva soprattutto puntato il dito su un presunto disegno da parte delle Toghe di destabilizzare il contesto politico attuale.

Conte attacca Crosetto: “Sul Caso Toghe vittimismo e complottismo”

Al termine dell’esposizione, e come confermato nella videointervista raccolta dall’inviato di Tag24 Lorenzo Brancati, lo stesso Della Vedova aveva espresso perplessità, dicendo che le accuse dell’esponente di Fratelli d’Italia non fossero circostanziate. Crosetto si è reso disponibile a tornare in Aula, ma nel frattempo anche Conte ha manifestato insoddisfazione.

Dopo 10 minuti di parole del ministro – ha detto l’ex premier – abbiamo ricavato soltanto complottismi e vittimismi che confermano come questo governo tenti in tutti i modi di nascondere agli italiani una manovra da due miliardi di tasse in più e nulla per la crescita. Ha lamentato un plotone d’esecuzione ad personam dopo che ha rilasciato quelle dichiarazioni a un quotidiano nazionale. Vorrei però rassicurarlo: qui, ad personam, ci sono solo le fermate dei treni per i ministri e ci sono i privilegi di una classe politica che sembra riportarci a un passato pensavamo superato. Parlano di meritocrazia, ma per loro questa è nell’ambito ristretto delle cerchie famigliari e parentali.

“Crosetto ha denunciato carente cultura delle istituzioni”

Dunque anche Conte parla di accuse non circostanziate, rincarando però la dose:

Oltre a non essere stato in grado di precisare, il ministro ha denunciato e denuncia una carente cultura delle istituzioni. Proprio lui, che appare il più attrezzato culturalmente rispetto agli altri ministri, non sembra comprendere che un passaggio fondamentale del nostro ordinamento sia la tutela dei diritti fondamentali e che questa è sovraordinata all’azione di qualsiasi esecutivo e alle leggi del Parlamento. L’unico aspetto positivo della mattinata è che Crosetto ha parlato di un suo prossimo ritorno in Parlamento.

Magari al cospetto non di un’interrogazione, piuttosto di un’informativa

da cui ci aspettiamo, se non altro, che si apra un dibattito civile e democratico in Parlamento. Dobbiamo assicurarci che almeno i capisaldi vengano assicurati e rispettati.