Il report settimanale emanato dal Ministero della Salute parla chiaro: i casi Covid in Italia risultano in aumento per la terza settimana consecutiva a novembre.
I contagi nel periodo tra il 23 e il 29 novembre sono stati 52.175, facendo registrare un +17,1% rispetto alla settimana precedente. L’incidenza sale a 89 casi per 100mila abitanti: il confronto con la scorsa settimana e quella precedente è impietoso. Sette giorni fa il parametro ammontava a 76 per 100mila, due settimane fa 58 per 100mila.
Aumento casi Covid a novembre, la regione italiana più colpita
Incidenza più elevata in Veneto, dove il coronavirus corre veloce: 183 casi per 100mila abitanti. La regione messa meglio è la Sicilia, con la media molto bassa di 1 caso per 100mila.
Se guardiamo, in senso assoluto, a livello regionale, la Lombardia è di gran lunga la regione con più casi (14.062), seguita proprio dal Veneto (8.842), dal Piemonte (5.436) e dal Lazio (5.180).
Ma il monitoraggio settimanale rivela un boom anche nei ricoveri. Sono 170 le terapie intensive occupate, il 19% del totale. Il Veneto è primo con 27 posti letto occupati, seguito da Emilia-Romagna e Lombardia con 26 posti occupati ciascuna. I ricoveri ordinari sono 5.741, il 9,2% del totale. Resta in sostanza stabile l’indice Rt, a 1,09 (prima era 1,12).
A commentare i numeri di novembre è intervenuto Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione sanitaria.
I dati confermano sostanzialmente l’andamento previsto rispetto alla stagionalità. Il Servizio sanitario nazionale, in tutte le sue articolazioni, è chiamato a impegnare ogni risorsa per una campagna di prevenzione che vede nella vaccinazione lo strumento decisivo.
Il dirigente del ministero della Salute ne approfitta per rinnovare “l’appello alle Regioni ad intensificare gli sforzi organizzativi e a predisporre open day nei quali offrire libero accesso senza prenotazione per le vaccinazioni“.
Vaia: “Numeri negli ospedali assolutamente sotto controllo”
Vaia aveva già sottolineato come sia “nostro dovere, perché possibile, ridurre la mortalità e limitare un eventuale aumento delle ospedalizzazioni”. Queste ultime, ad oggi, sono “comunque assolutamente sotto controllo come indicano i dati”.
Il dirigente ha auspicato “massima attenzione” in merito alla “sorveglianza dell’andamento epidemiologico di tutti i virus respiratori“. Attenzione particolare alle malattie respiratorie pediatriche che imperversano in Cina. “Nessun allarme” su quest’ultimo punto, “che stiamo monitorando attentamente in stretto raccordo con le Istituzioni internazionali”.
Sulla polmonite misteriosa la Cina ha dato la propria versione dei fatti, parlando di una “combinazione di agenti patogeni“.