Roberto Gualtieri sempre più uomo solo al comando di una barca, la città di Roma, al centro di una tempesta dopo il fallimento totale della campagna per Expo 2030. Quella definita un tempo come capitale del mondo e della civiltà è stata umiliata con soli 17 voti, ma il suo più alto rappresentante si nasconde. Lo fa dietro un sorriso dopo aver siglato il protocollo d’intesa per i cantieri del Giubileo 2025. Che dopo i ritardi dovranno lavorare h24 ben 7 giorni su 7. Lui però si sottrae e continua a non rispondere.
Roberto Gualtieri il video della fuga alle domande su Expo 2030
Roberto Gualtieri sorride subito non appena al punto stampa nominano soltanto la parola Expo 2030, neppure fosse un rituale satanico da scacciar via. Alla nostra domanda sulle parole di Guido Bertolaso: “Roma è una discarica non l’avrebbero votata neppure gli aborigeni” scoppia a ridere sconsolato guardandosi intorno con una collaboratrice che gli sussurra “Fatevene una ragione, bisogna farsene una ragione”.
Con il suo staff che avverte “Su Expo ha parlato e non intende più farlo”. Un vero capitano il sindaco Gualtieri, che invece di dare spiegazione sui 175 viaggi diplomatici che hanno portato la miseria di 17 voti si trincera nel silenzio. Che nel suo caso però vale mille parole.
Un’umiliazione senza appello
L’umiliazione di Roma è paragonabile al Maracanazo del Brasile sconfitto con 7 gol dalla Germania nei mondiali in casa del 2014. In quel caso l’allenatore andò a casa con dignità, qui non si risponde neppure alle domande. Forse, se i cittadini avranno memoria, saranno le urne a parlare per loro. Intanto Gualtieri si appresta ad accendere le sue luci a via del corso pagate dalla francese Renault, quelle di Acea lungo via del Corso sono sempre più povere ed il bando per illuminare il resto della città è andato deserto. L’importante è che i turisti vedano la bellezza del centro, poco importa che nelle periferie rischia di essere un Natale al buio lì dove non ci saranno mecenatismi di negozi di quartiere. Gli stessi spesso dimenticati.