Si è da poco concluso lo sciopero delle ferrovie di oggi, 30 novembre 2023.

L’agitazione, promossa dalle maggiori sigle sindacali rappresentative del personale del trasporto ferroviario, è stata proclamata a seguito del tragico incidente di Thurio costato la vita alla capotreno Maria Pansini e all’autista ventiquattrenne Hannaqui Said.

La gravità dell’evento, l’ennesimo purtroppo, ha immediatamente mobilitato le segreterie nazionali dei sindacati che hanno deciso di esercitare il loro diritto allo sciopero per richiamare le Istituzioni e il gruppo Ferrovie dello Stato alla necessità di investire nella sicurezza delle infrastrutture ferroviarie e, soprattutto, di procedere speditamente alla totale soppressione dei passaggi a livello, la cui pericolosità è accertata da anni.

A spiegare queste ragioni – e il dolore dell’intera categoria di fronte all’ennesima morte bianca sul lavoro – in questa intervista a TAG24 è Daniele Povegliano, segretario del Personale viaggiante di OR.S.A Ferrovie, sindacato che insieme alle altre sigle ha partecipato allo sciopero e indetto una raccolta fondi a favore della famiglia della collega scomparsa nell’incidente.

Sciopero ferrovie, Povegliano (Orsa): “Stiamo vivendo l’incidente di Thurio con grande dolore. Per questo ci siamo mobilitati”.

Povegliano, lo sciopero delle ferrovie di oggi 30 novembre è da poco terminato. Come avete vissuto questa mobilitazione?

«Sono stati giorni molto difficili, vissuti emotivamente in modo pesante. Noi ferrovieri, quando accadono queste tragedie, le viviamo come fossimo una famiglia. Non a caso lo sciopero di oggi è stato particolarmente partecipato: quando si toccano determinate corde – come la sicurezza – la categoria tende a rispondere compatta.

Tutti i colleghi sono particolarmente sconvolti da quanto accaduto. Anche noi rappresentanti sindacali stiamo vivendo queste ore come un dramma di famiglia».

Sciopero ferrovie, Povegliano (Orsa): “L’incidente di Thurio è l’ennesima prova della pericolosità dei passaggi a livello”

La morte della collega Maria Pansini ha evidenziato un problema che oggi è al centro del vostro sciopero: la pericolosità dei passaggi a livello. Ci può spiegare?

«Premesso che le dinamiche dell’incidente saranno accertate dalla magistratura, quello che oggi noi sappiamo con certezza – e che denunciamo da anni – è l’insicurezza intrinseca degli attraversamenti stradali dei passaggi a livello.

A stabilire questa condizione di pericolosità non sono stati solo i sindacati, ma anche l‘Agenzia per la sicurezza ferroviaria e per l’infrastruttura. Non a caso, esiste un piano di soppressione, varato nel 2010, che prevede l’eliminazione di circa 100 passaggi a livello ogni anno.

Nel 2009 questi passaggi erano 5.700; oggi siamo a 4.100. Di questo passo ci vorranno 45 anni per eliminare questi elementi di grande insicurezza che provocano circa 250 incidenti l’anno con un tasso di conseguenze gravi e mortali che si aggira intorno al 10% dei casi. Un fenomeno, dunque, tutt’altro che banale.

Come Orsa ferrovie noi chiediamo non solo l’attuazione e l’avanzamento del piano di soppressione, ma anche gli adeguamenti tecnologici necessari in questa transizione: penso, ad esempio, ai dispositivi in grado di segnalare ai treni gli eventuali ingombri sulla rete ferroviaria.

Voglio sottolineare, tuttavia, che queste sono tecnologie importanti che comunque non eliminano i rischi causati dalla presenza dei passaggi a livello. Per questo deve essere accelerato questo piano soppressioni: anche perché, nel frattempo, i lavoratori muoiono».

Sciopero ferrovie 30 novembre, Povegliano: “Sui passaggi a livello chiediamo alle Istituzioni di darci una soluzione”

Come si sente un ferroviere che va al lavoro consapevole dei gravissimi rischi che può correre?

«Lascio immaginare: per questo la tragedia dell’altro giorno dove ha perso la vita la collega Maria Pansini è una ferita emotiva per tutta la categoria. Una ferita, peraltro, che si riapre ogni volta che accade un incidente come questo.

Il rischio zero non esiste: tuttavia sappiamo che esiste una soluzione, seppur costosa, che potrebbe prevenire incidenti come quello di Thurio e che invece viene attuata in tempi biblici. È chiaro che tutto questo provoca rabbia tra i ferrovieri.

Noi vogliamo che le Istituzioni ci diano una soluzione, perché ovviamente la soppressione di un passaggio a livello coinvolge non soltanto RFI, ma anche gli enti territoriali. Questi lavori richiedono peraltro investimenti importanti e comportano disagi alla viabilità.

Da ferroviere, tuttavia, posso assicurare che la soppressione dei passaggi a livello permetterebbe non solo di garantire sicurezza ai lavoratori e all’utenza, ma anche all’intero sistema di diventare più efficiente, con benefici per tutti.

Sciopero Ferrovie, i sindacati organizzano una raccolta fondi a favore di Maria Pansini, la capotreno vittima dell’incidente di di Thurio

In occasione dello sciopero di oggi, i sindacati proponenti – tra cui Orsa – hanno promosso una raccolta fondi a favore della famiglia di Maria Pansini.

«Sì, abbiamo chiesto alle aziende di devolvere la quota che viene trattenuta dagli stipendi dei lavoratori per lo sciopero alla famiglia della collega scomparsa.

Oltre a questo, abbiamo affiancato la possibilità di intervenire con una donazione volontaria. Ora aspettiamo i riscontri da parte delle imprese per poter mettere in campo l’iniziativa.

Chiaramente questo non mitigherà in nessun modo quanto accaduto. Tuttavia volevamo esprimere alla famiglia di Maria la nostra solidarietà in modo concreto.

In occasione degli scioperi i sindacalisti hanno sempre toni più battaglieri. Oggi i toni sembrano sommessi, è così?

«È vero: sicuramente siamo arrabbiati, ma oggi è un momento di cordoglio in cui ci interessa non tanto polemizzare ma accendere un faro di fronte a una tragedia che purtroppo non affrontiamo per la prima volta.

Sulla sicurezza non è più possibile fare sconti. Chiediamo un sistema più sicuro e più consapevole. Sappiamo che il rischio zero non esiste ma non per questo non ci sono soluzioni per mitigare le possibilità. Sopprimere i passaggi a livello è una necessità che non può attendere altri 45 anni per essere portata a termine.

Purtroppo la soluzione non arriverà domani, ma è importante cambiare passo. Il nostro sistema Paese spesso si attiva solo quando accadono le tragedie, mentre altre volte lascia spegnere i riflettori. Il problema è che nel frattempo i lavoratori muoiono.

Per questo va attivato un percorso per accelerare, una volta per tutte, il piano soppressione dei passaggi a livello».