Un vero e proprio faticatore, un calciatore instancabile, un lavoratore costante e determinato. Alessandro Scanziani è stato un centrocampista abile e nel corso della sua carriera ha ricoperto soprattutto il ruolo di mezzala. Piede educato, calciatore dall’estro spiccato, vedeva la porta e spesso provava a colpire anche da fuori area. Nel corso della sua carriera ha vestito varie maglie, giocando più di cinquecento partite da professionista e superando la soglia degli 80 gol realizzati. La sua esperienza più importante è stata quella in blucerchiato, con la Sampdoria, di cui è diventato una bandiera. Fondamentale nel suo percorso, però, anche le due stagioni con la maglia dell’Inter. In nerazzurro ha vinto una Coppa Italia e segnato 8 reti. Per commentare il percorso della squadra di Inzaghi e soprattutto Benfica-Inter, Scanziani è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Benfica-Inter, Scanziani a Tag24
Che sia campionato o Champions poco importa, l’Inter è un carro armato e in questa stagione non ha intenzione di lasciare niente al caso. In Serie A comanda la vetta della classifica e nella massima competizione europea, quando manca ancora un turno, è già certa del passaggio del girone e si giocherà il primo posto con la Real Sociedad in casa, il prossimo 12 dicembre. La rosa è forte, il gruppo è coeso e l’allenatore lavora bene. Il puzzle sembra essere perfetto, con tutti i tasselli al posto giusto. E poi è una squadra che non molla mai. Anche ieri, sotto per 3 a 0 contro in Portogallo, è riuscita nel secondo tempo a riprendere il risultato portando a casa un pareggio che sa quasi di vittoria. Per commentare la stagione e nel dettaglio Benfica-Inter, Scanziani, che in carriera ha vestito la maglia nerazzurra, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Partita pazzesca dell’Inter anche in Champions League. Ti sono piaciuti i nerazzurri?
“Partiamo dal presupposto che ai miei tempi c’erano trenta partite di campionato e nel mezzo le sfide europee con gare di andata e ritorno ad eliminazione diretta. Se vincevi bene, altrimenti era eliminato e a quel punto pensavi solo la serie A. Adesso invece è tutto diverso, ci sono 38 partite in campionato, che sono tantissime, e la Champions con quattro squadre e quindi sei partite e in più la Coppa Italia. Essere sempre al 100% e dare in ogni partita il massimo non è facile, se non impossibile. Non si può avere una condizione fisica straordinaria per otto mesi all’anno. Per questo dico grande Inzaghi, che riesce a scegliere in base agli allenamenti che si fanno e ai giocatori che vede meglio rispetto agli altri”.
Fuori casa in Champions League da 3 a 0 a 3 a 3. È un pareggio che sa di vittoria?
“Certo, ci mancherebbe. Devo ammettere però che quando ho visto la formazione iniziale qualche dubbio mi è venuto. Inzaghi ha deciso di fare un turnover massiccio e alla fine del primo tempo eravamo 3-0. C’era solamente Acerbi, che è un titolare fisso, accanto a De Vrij che comunque sta avendo meno spazio e Darmian, che è uno piuttosto abituato. Le altre erano praticamente tutte seconde linee. Parliamo comunque di calciatori forti, ma non abituati a giocare una partita intera e neanche a un tasso di competitività così elevato. Nel secondo tempo poi sono entrati i titolari e non me ne vogliano gli altri, ma la partita è cambiata”.
A proposito di titolari, stagione straordinaria di Lautaro. Hai la sensazione che la fascia di capitano possa averlo responsabilizzato?
“Non mi è mai capitato di indossare la fascia di capitano all’Inter, ma l’ho avuta negli ultimi tre anni alla Sampdoria. È chiaro che senti sulle tue spalle un peso diverso, parli con il mister in modo diverso e ti rivolgi ai compagni con uno spirito diverso. Con la fascia di capitano deve uscire fuori ancora di più la tua personalità e se possibile in allenamento devi dare ancora di più. Non è facile anche perché lui è uno ancora molto giovane, ma si è preso al massimo questa responsabilità. È sempre stato uno che in ogni partita ha dato il 100% e ora la presa ancor più sul serio. Non posso che fargli tanti complimenti“.
In campionato l’Inter arriva dal derby d’Italia e nella prossima affronterà il Napoli. Nonostante l’evidente superiorità dei nerazzurri al momento, c’è preoccupazione?
“In generale quando l’Inter deve affrontare un big match, qualunque esso sia, serve un’attenzione diversa durante tutta la settimana, anche nel corso degli allenamenti. Con le squadre meno forti, vista l’importanza di questa rosa, si possono fare anche ragionamenti diversi. Il Napoli in questo momento sta cercando di risistemare le cose. Prima quando una partita non andava bene c’era l’alibi del mister, ma adesso non più e quindi i calciatori si devono prendere le proprie responsabilità. Sono sicuro che ci metteranno ancora più fisico e impegno”.
Sentiamo spesso parlare del valore della rosa dell’Inter, quasi a sminuire il ruolo di Inzaghi. Cosa pensa del mister?
“Quando le cose funzionano è merito di tutti. Quando io ero alla Samp, un anno siamo arrivati a lottare per lo scudetto con il Verona e abbiamo vinto la prima coppa Italia della storia. Con la stessa squadra l’anno successivo abbiamo quasi rischiato di retrocedere e anche l’allenatore era lo stesso. Questo per dire che ci sono stagioni in cui gli allenatori e i calciatori riescono a dare il massimo ad ogni match ed altre in cui invece le cose non girano. Per Inzaghi non è stato sempre facile, ma ha saputo affrontare al meglio anche le difficoltà”.