Non c’è pace per il rapper Toomaj Salehi, arrestato nuovamente oggi dalle autorità iraniane. Dopo aver già trascorso un anno in carcere, di cui 252 giorni in isolamento, il rapper aveva pubblicato un video in cui denunciava le torture fisiche e psicologiche subìte durante la detenzione.

Con ogni probabilità, questo video è stato alla base dell’arresto di oggi. Le autorità dell’Iran hanno accusato Salehi di “disturbare il pubblico diffondendo commenti falsi e non documentati su Internet“.

Chi è il rapper Toomaj Salehi e perché è stato arrestato

Nato nel 1990 in un piccolissimo villaggio del Khuzestan (nell’ovest dell’Iran), Salehi si trasferisce giovanissimo nella città di Isfahan, dove inizia gli studi di base ed inizia a lavorare in un’azienda metallurgica. Appassionato di musica, sfrutta internet per conoscere quei rapper che cantano e scrivono testi in arabo e che negli ultimi anni si stanno facendo strada nella musica araba.

Nel 2017 Salehi comincia a pubblicare i primi suoi video musicali su YouTube, non utilizzando né nomi d’arte né nascondendo la propria faccia. I suoi testi, firmati col suo nome di battesimo “Toomaj”, criticano e prendono di mira l’invadenza della religione islamica nella vita quotidiana e nella politica del regime di Khomeini.

Nel 2022, da gennaio a luglio, Salehi trascorre un primo periodo in carcere con l’accusa di “propaganda contro il regime e insulti alla suprema autorità religiosa dell’Iran”. La morte di Mahsa Amini nel settembre dello stesso anno porta moltissime persone a protestare pubblicamente nelle piazze dell’Iran. Un segnale preoccupante per il regime teocratico, che mise in campo il suo apparato securitario e poliziesco per arrestare e torturare a morte i protestanti.

Salehi, nonostante fosse già noto alle autorità, decise di partecipare alle proteste con le sue canzoni. Il rapper è convinto che la protesta debba coinvolgere tutti, andando oltre anche le divisioni etniche o religiose presenti in Iran:

Siamo l’unità dei fiumi, siamo il mare. Atleti e artisti, venditori ambulanti e uomini d’affari, studenti e insegnanti, ingegneri e operai. Gridiamo il diritto e siamo sordi ai dittatori. Donne, libertà, vita. Combatteremo fino alla morte, spalla a spalla, come un muro di difesa. Io credo, come credono i credenti, come una prigione che è stata distorta dalla religione, come un pazzo, che l’Iran non è una preda obbediente per questi criminali.

Questi testi costano nuovamente l’arresto a Salehi. Preso in custodia a fine ottobre 2022, il rapper è accusato di “Corruzione sulla terra“, crimine considerato odioso e grave in Iran. Salehi rischiava la pena capitale, ma nell’aprile 2023 la condanna si “limitò” a soli 6 anni e 3 mesi di carcere.

La condanna è stata criticata da molti attivisti e dai parenti del rapper. Le udienze erano tutte tenute a porte chiuse, senza che il giovane potesse scegliere un avvocato di fiducia. Il fratello di Salehi ha anche denunciato maltrattamenti e percosse inflitte dalle guardie carcerarie.

Salehi è stato infine rilasciato su cauzione a metà novembre 2023, grazie al fatto che la Corte suprema iraniana aveva riscontrato alcune irregolarità nel processo. Oggi arriva un altro arresto: la preoccupazione è che le accuse di “aver formato e gestito gruppi illegali con l’obiettivo di disturbare la sicurezza in collaborazione con un governo ostile” possano nuovamente essere usate contro il rapper e portare alla pena capitale.