Ci sono importanti novità nel panorama del lavoro transfrontaliero. Il recente accordo tra Italia e Svizzera inaugura un’era nuova per il telelavoro, con nuove regole che entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2024. Andiamo a vedere cosa stabilisce il nuovo accordo tra i due Paesi in merito al telelavoro dei frontalieri.

Telelavoro frontalieri: cos’è

Il telelavoro, noto anche come smart working, è una modalità lavorativa che permette ai dipendenti di svolgere le loro mansioni al di fuori dell’ambiente d’ufficio, tipicamente da casa. Questo concetto sta guadagnando popolarità, specialmente tra i lavoratori frontalieri, ovvero coloro che risiedono in uno Stato, ma lavorano in un altro. Il telelavoro ha il vantaggio di offrire una maggiore flessibilità e un migliore equilibrio tra vita professionale e privata.

Chi sono i lavoratori frontalieri

Come anticipato, i lavoratori frontalieri sono individui che vivono in uno Stato ma lavorano in un altro, spesso attraversando il confine ogni giorno per recarsi al lavoro. Può essere il caso di Italia e Svizzera, ma anche Italia e Slovenia o Italia e Austria. Questo gruppo è particolarmente numeroso tra Italia e Svizzera, dove la vicinanza geografica e le strette relazioni economiche hanno creato una significativa popolazione di lavoratori transfrontalieri. Il nuovo accordo sul telelavoro porta benefici diretti a questi lavoratori, offrendo loro maggiore flessibilità e riducendo il tempo e lo stress legati al pendolarismo quotidiano.

Telelavoro frontalieri: cosa dice il nuovo accordo tra Italia e Svizzera

Nell’accordo firmato tra Italia e Svizzera, viene delineata una nuova struttura per il telelavoro. Questa intesa prevede che i lavoratori frontalieri possano dedicare fino al 25% del loro orario lavorativo al telelavoro,mantenendo inalterato il loro status di lavoratore frontaliero e le relative implicazioni fiscali. Questa modifica rappresenta un aggiustamento dall’accordo temporaneo precedente che permetteva una soglia del 40% per il telelavoro.

Il protocollo mira a fornire un quadro chiaro e strutturato per questa modalità di lavoro, evitando complessità come la doppia imposizione fiscale e assicurando una chiara comprensione dei diritti e dei doveri di lavoratori e datori di lavoro.

Il telelavoro offre numerosi benefici, tra cui una maggiore flessibilità lavorativa, un miglior bilanciamento tra vita lavorativa e personale e una riduzione dei tempi di viaggio. Tuttavia, presenta anche alcuni ostacoli, come la necessità di una chiara regolamentazione fiscale e la gestione efficace del lavoro a distanza. L’accordo tra Italia e Svizzera si propone di affrontare queste criticità, stabilendo linee guida chiare e promuovendo un ambiente di lavoro più flessibile e adattabile.

Telelavoro frontalieri: quando entra in vigore l’accordo

La piena implementazione di questo accordo è prevista per il 1° gennaio 2024. Attualmente, si attendono ulteriori dettagli per stabilire le normative che regoleranno il periodo transitorio dal 1° febbraio al 31 dicembre 2023.

Nel periodo transitorio che precede l’entrata in vigore dell’accordo, è prevista la possibilità di estendere lo smart working fino al 40% dell’orario lavorativo senza implicazioni fiscali per i lavoratori che ne hanno usufruito. Il Ministro Giorgetti ha espresso soddisfazione per questa soluzione, considerata equilibrata e favorevole al rafforzamento della cooperazione tra Italia e Svizzera.

Aspetti legali e fiscali del telelavoro transfrontaliero

Abbiamo visto che la normativa europea definisce un lavoratore frontaliere come una persona che lavora in uno Stato membro diverso da quello in cui risiede e che normalmente ritorna a casa giornalmente o settimanalmente. Questa definizione è specifica per la legislazione sulla sicurezza sociale e si distingue dalla normativa fiscale, dove il concetto di lavoratore frontaliere è regolato dalle leggi nazionali e dalle convenzioni contro la doppia imposizione.

Una delle questioni più importanti nell’accordo è la gestione degli aspetti fiscali del telelavoro. L’obiettivo è evitare la doppia imposizione e assicurare che i lavoratori siano tassati equamente in base alla loro situazione lavorativa.

A livello nazionale italiano, l’articolo 1, comma 175, della legge n. 147 del 27 dicembre 2013 stabilisce una franchigia IRPEF di 7.500 euro per i lavoratori frontalieri, aumentata a 10.000 euro a partire dal 1° gennaio 2024 come specificato dalla legge 83/2023. Questa disposizione si applica ai lavoratori dipendenti residenti in Italia che lavorano all’estero in aree di frontiera o in paesi limitrofi. Per i lavoratori in Vaticano, la franchigia si applica solo se le loro retribuzioni non sono esenti dall’IRPEF ai sensi dell’articolo 3 del DPR 601/1973.