Il fatal Lille per il Lione, o ancor di più per Fabio Grosso, che dopo l’ennesima sconfitta in campionato (2-0) ha visto aprirsi le porte dell’esonero. Termina dunque l’avventura dell’ex Frosinone sulla panchina dei Les Gones, dopo appena 8 partite e due mesi intensi, ma non per fatti calcistici.
Subentrato a Laurent Blanc, Grosso ha dovuto far fronte ad un clima pesante a Lione, tra talpe nello spogliatoio e la sassaiola degli ultrà marsigliesi prima di Marsiglia-Lione, dove il tecnico romano è rimasto ferito a un occhio. Una situazione difficile, con i risultati che non hanno aiutato, come dimostrato dalla classifica: ultimo posto a 7 punti, per un bilancio che recita una vittoria, tre pareggi e quattro sconfitte, con il presidente John Textor che ha dunque deciso per l’esonero per dare lo scossone. Al suo posto Pierre Sange, direttore del centro di formazione.
Lione, arriva l’esonero per Fabio Grosso. Storia di un amore mai sbocciato
Che non sarebbe stato facile questo Grosso lo sapeva, ma non immaginava che il livello di difficoltà sarebbe stato così alto. L’inizio di stagione del Lione non era iniziato sotto i migliori auspici, in panchina c’era Laurent Blanc, entrato in conflitto con la dirigenza dopo un mercato insufficiente, e che non ha mai mancato l’occasione di sparare a zero anche in pubblico.
Una partenza ai limiti dell’horror, con Textor che ha voluto prendere in mano subito la situazione sostituendo l’ex ct della Francia proprio con Grosso, superando in volata la concorrenza con Gennaro Gattuso che da lì a poco sarebbe diventato il tecnico del Marsiglia. Tanto entusiasmo per l’ex Frosinone, che si è presentato alla piazza con un pareggio contro Le Havre (0-0).
Ma da quel momento è iniziata la camminata sui carboni ardenti, dove Grosso si è bruciato con il passare del tempo. L’aria diventava sempre più pesante, complici anche i risultati che non arrivavano, accompagnati dai mugugni della tifoseria e di quelli dello spogliatoio.
Lì dove Grosso ha dovuto far fronte alla presenza di una talpa (o più di una) che parlando con i media aveva spiegato come i metodi del tecnico italiano non fossero ben visti nel gruppo squadra, che non considerava idoneo l’ex Frosinone. Un gesto che portò Grosso ad annullare la seduta di allenamento, la prima vera crepa nel gruppo.
L’aggressione a Marsiglia
Da lì la situazione è diventata sempre più difficile, dato che Grosso ha dovuto far fronte ad una gestione alquanto complicata del gruppo squadra, dove i giovani non sono riusciti a tirar fuori il meglio a causa di incongruenze tattiche, e i senatori che a lungo andare non hanno nascosto il proprio dissenso.
Senza dimenticare i fatti di Marsiglia. Una trasferta che non si è mai giocata a causa dell’attacco ultrà marsigliese al pullman del Lione. Una sassaiola in piena regola, dove a farne le spese è stato proprio Fabio Grosso, colpito dai vetri rotti del mezzo e ferito alla palpebra e all’arcata sopraciliare. Le foto del suo volto sanguinante hanno fatto il giro del mondo, con Grosso che ha rischiato di perdere l’occhio, “cavandosela” alla fine con quindici punti di sutura.
Un episodio che ha lasciato il segno, ma da lì le cose non sono cambiate, anzi. Tutto è andato a peggiorare, fino al match contro il Lille, perso 2-0. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, le parole del presidente Textor nel post partita sono state emblematiche: “Esonero? Vediamo“.
Ma lui aveva deciso proprio in quel momento, serviva uno scossone che alla fine è arrivato, una via crucis dove a farne le spese è stato Grosso dopo appena due mesi. Che sicuramente si aspettava tutt’altro. Altro che quindici punti di sutura.