Iginio Massari è riconosciuto universalmente come il maestro dei maestri, per molti il più grande pasticcere del mondo ed il suo panettone è uno dei più gettonati per le feste di Natale. L’artista del dolce ha presentato presso la sede del Gambero Rosso il suo libro “L’altro Massari” con ben 80 ricette di primi piatti, ma è stata anche l’occasione per raccontare come con la sua squadra abbiano deciso di affrontare questo periodo di aumento. Le sue parole nella video intervista a TAG24.

Iginio Massari intervista video su panettone e nuovo libro 

Le feste si avvicinano e Iginio Massari sottolinea come il re sia soltanto uno: “Dico sempre il panettone rispetto al pandoro. Quello che amano di più gli italiani? Il  panettone tradizionale, anche se in questo momento mi chiedono moltissimo il panettone al pistacchio. Ci sono gli indecisi che dicono sempre quest’anno non lo faccio e poi si ritrovano in crisi per fare tutto all’ultimo momento. Dovrebbe essere un lavoro molto programmato, ma ci adattiamo comunque alla alle esigenze delle persone”.

Iginio Massari sorride in modo amaro quando gli viene fatto notare che per Federconsumatori il costo del panettone e del pandoro subirà un aumento record: “Penso che gli artigiani non sono stati esclusi degli aumenti delle energie e delle materie prime, di quant’altro pensare. Pensare che la pasticceria non ha abbia aumenti è un po un eufemismo, diciamo che tutti si adatteranno ai prezzi della merce che comprano com’è sempre stato. Io posso dire che Iginio Massari Alta Pasticceria ha mantenuto quest’anno i prezzi dello scorso anno”.  

Quando lo stuzzichiamo sui pochi aiuti del governo alle imprese è invece ancor più rassegnato: “Io dico che io non ho mai pianto contro un governo piuttosto che un altro. Per il semplice motivo che chi fa da sé fa per tre, questo è sempre stato il mio comandamento”.

L’altro Massari ed il piatto del cuore

Iginio Massari sul libro presentato nella sede del Gambero Rosso spiega: “L’altro Massari lo potete scoprire sul libro con protagonisti i primi piatti, l’ho scritto 20 anni fa ma è ancora attuale. Sono esposte delle ricette che vanno dagli gnocchi ai risotti passando per altro, è  un libro che è nato per caso ma non completamente”.

Proprio su quest’ultimo aspetto sottolinea: “Il senso di queste parole è che io ho condotto dei ristoranti quando ero giovane. Non è che mi è venuto in mente di scrivere il libro così dal niente, l’ho fatto perché  i primi piatti perché li amo, amo tutto ciò che rappresenta l’italianità. Dentro questob libro c’è l’italianità vera e propria. Ci sono dei passaggi dove io li ho vissuti da bambino accanto a mia madre, ma poi hanno fatto parte della mia professione. Sono dei racconti di ricette non raccontate a modo mio e l’altro massaggio di tutto questo e quant’altro”.

Iginio Massari poi confessa sul suo piatto preferito: “La mia ricetta del cuore è nel libro, ma devo dire che era il minestrone della mia mamma. Io mi sono innamorato del minestrone e lo mangerei sempre, mia moglie infatti mi dice ma che barba. L’ho chiamato cocktail di verdure”.

È chiaro invece il momento in cui ha deciso di fare il pasticcere: “Finita la prima guerra mondiale, mia madre faceva il gelato un giorno e cuoceva la crema sulla stufa coprendole con un panno per tenere lontani dagli animali. Io ero caduto in una bacinella e da grande ho sempre scherzato che ero diventato come Obelix, io ero diventato l’uomo più dolce del mondo. Da quel momento è arrivata la voglia di entrare in questo lavoro”

Il maestro sottolinea la differenza tra uno chef e un pasticcere: “Anche loro pesano gli ingredienti, ma nella normale delle delle cose, il quanto basta fa parte del modo di pensare alla cucina. È un modo di interpretare, la pasticceria è un fuoco e un modo di pesare le cose diverso quasi millimetrico. Si cerca di raggiungere la perfezione con una ricetta che viene studiata nei dettagli”.

Sul periodo che sta vivendo la cucina italiana è chiaro: “Abbiamo sempre vissuto degli ottimi periodi, diciamo che in questo momento la cucina italiana è in un vero e proprio periodo trionfale grazie ad un’ottima comunicazione che dieci anni fa non veniva fatta”.