46 anni, di origini olandesi: chi è Alexander (Alessandro) Luxwolda, l’operaio dell’ex Ilva di Cornigliano trovato morto in casa a Genova nel pomeriggio di ieri, 29 novembre. In tanti sui social lo ricordano, chiedendosi cosa possa essergli accaduto. Sul caso lavorano gli agenti del commissariato locale.

Chi è Alessandro Luxwolda, trovato morto a Genova

Si chiamava Alexander Luxwolda, ma tutti lo chiamavano Alessandro, aveva 46 anni e lavorava come operaio dell’ex Ilva di Cornigliano, in provincia di Genova, dove ieri è stato trovato morto in casa con una vasta lacerazione a un braccio e diverse ferite al viso.

L’ipotesi degli inquirenti, che per il momento escludono la pista dell’omicidio, è che l’uomo abbia accusato un malore e che poi uno dei suoi tre cani l’abbia ferito, mordendolo, nel tentativo di svegliarlo. Un’ipotesi, appunto, che sarà confermata o smentita in sede di autopsia.

A dare l’allarme sarebbe stato un suo amico e vicino di casa: dopo avergli telefonato diverse volte senza ricevere risposta, l’uomo si sarebbe preoccupato, avvisando il 118. Al loro arrivo i soccorsi avevano trovato la porta della sua abitazione socchiusa e il suo corpo riverso a terra, senza vita.

Per non escludere nulla gli agenti del commissariato di Cornigliano, che seguono il caso, chiederanno anche di effettuare sulla salma gli esami tossicologici, per capire se il 46enne avesse assunto dei farmaci o delle droghe. I suoi cani sono stati intanto affidati alla Croce Gialla, che li ha trasferiti nel canile municipale.

I messaggi di cordoglio sui social

Sui social sono in moltissimi a ricordare Luxwolda, dicendosi sconvolti e addolorati per l’accaduto. “Abbiamo collaborato per aiutare i cani del sud, sei stato un volontario dal cuore grande”, gli scrive un’utente.

“Se non fosse stato per il tuo sì, Bianchina ora non sarebbe qui con me”, le fa eco un’altra, ricordando la sua incommensurabile passione per gli animali.

Dai primi accertamenti è stata esclusa anche la pista di una rapina. Sembra infatti che nei pressi dell’abitazione dell’uomo, situata in via Sestri, non siano stati trovati segni di effrazione.

L’omicidio a Foce, sempre a Genova

Appena due settimane fa nel quartiere della Foce di Genova un uomo di 54 anni di nome Amed Chawki era stato trovato in fin di vita nella sua abitazione in via dei Pescatori e portato d’urgenza in ospedale, dove alla fine si era spento.

A dare l’allarme era stata una vicina di casa, dopo aver sentito delle urla provenire dal suo appartamento, vedendo l’uomo accasciarsi a terra e un altro fuggire per le scale. Dopo mirate ricerche gli inquirenti competenti avrebbero tratto in arresto un 17enne italiano, che nel corso dell’interrogatorio avrebbe detto di averlo colpito (e ucciso) per legittima difesa.

Stando al suo racconto, si sarebbe recato da lui “per un incontro sessuale” e il 54enne l’avrebbe aggredito, provocando la sua violenta reazione. Ancor prima aveva detto di aver chiesto un incontro all’uomo per dirgli di non molestarlo via chat. L’ipotesi di chi indaga è che non stia dicendo la verità e che in realtà si fosse recato nello stabile per tentare di rapinarlo.

L’arma del delitto, un coltello, non è ancora stata trovata. Si pensa che il 17enne l’abbia gettata mentre si dava alla fuga. Poco prima, sempre alla Foce, a Genova, anche una donna era stata trovata morta in casa. A dare l’allarme era stato il compagno, che come lei aveva problemi con l’alcol. Nel suo caso l’ipotesi più avvalorata è quella di un malore.

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