Un passo dopo l’altro, fino a diventare un giornalista di altissimo livello. Tanta ambizione, tanto talento, Mauro Mazza ha iniziato dal basso e ha fatto esperienza prima con la carta stampata, poi con la radio, fino ad arrivare alla tv. Scrittore e radiocronista, con una passione fortissima per la Lazio, nella seconda metà degli anni Ottanta approda in Rai e da lì a qualche tempo inizia la conduzione del TG1 della notte. Dal 1998 al 2002 ne diventa vicedirettore, prima di passare al ruolo di direttore del TG2. Tanti sacrifici, tanto lavoro, tante soddisfazioni e la passione per il calcio sempre presente nella sua vita. Per commentare la crisi dei capitolini e Lazio-Celtic, Mazza, è intervenuto in esclusiva a Tag24
Lazio-Celtic, Mazza a Tag24
Da una parte il disastro in campionato e la situazione critica di classifica, dall’altra la qualificazione agli ottavi di Champions League raggiunta con un turno d’anticipo. La Lazio sta vivendo una stagione sulle montagne russe, ma i bonus sono finiti. La società crede nel progetto di Maurizio Sarri e spera di poter rivedere presto il gioco entusiasmante messo in campo nella scorsa stagione. È tempo di ripartire, e quale migliore occasione per farlo se non la vittoria dello stadio Olimpico con il Celtic e la doppietta di Ciro Immobile? Per commentare la crisi dei capitolini e Lazio-Celtic, Mazza, giornalista, direttore Rai e noto tifoso laziale, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Ieri sera contava solo vincere per la Lazio e il risultato è arrivato. Ma ha visto segnali che l’hanno soddisfatta?
“Io parto dal primo risultato positivo della stagione che è il passaggio del turno. Superare il girone di Champions League era un obiettivo stagionale e non era certo scontato che la Lazio ce la facesse. Anche perché i biancocelesti difficilmente si affacciano a questo palcoscenico europeo. Quindi 1 a 0 e primo risultato portato a casa. Ora però c’è tutto il resto ed è come se la stagione iniziasse adesso. In campionato ci sono state almeno 3 o 4 false partenze: l’avvio disastroso con due sconfitte e poi la vittoria di Napoli che ha gettato fumo negli occhi ed è stata ridimensionata dal valore di quel Napoli, che non funzionava. Poi Bologna e la sconfitta a Milano, insomma una continua altalena che porta a una serie di riflessioni”.
La prima riguarda Sarri?
“Certo, mi domando se sia ancora padrone della situazione e se la squadra lo segua ancora. E poi mi domando come mai non si sia ancora creata la giusta armonia tra i nuovi innesti e i senatori. Se il mister, a partire da subito, riuscirà a dare risposte positive anche in campionato, bene. Altrimenti diventa difficile. Ora i biancocelesti, tolta la partita di martedì prossimo contro il Genoa, hanno due mesi per pensare solo al campionato. Si devono concentrare su un’unica competizione, come piace a Sarri e lavorare su quello. Non c’è Nazionale e ora deve dimostrare di essere ancora padrone. Mi aspetto di rivedere una Lazio brillante, come è avvenuto nella scorsa stagione”.
Da dove ripartire?
“La Lazio deve dimostrare di non sentirsi più orfana di Milinkovic Savic perché in alcuni frangenti questo sentimento è stato evidente. Spesso Luis Alberto alza lo sguardo e sembra cercarlo tra i compagni, ma si devono abituare all’idea che non ci sia più. Ora si dovrà pensare alla partita con il Cagliari di sabato prossimo e poi a quella di Verona. Con l’Inter a metà dicembre arriverà la prova della verità. Se la Lazio si è ritrovata o meno lo vedremo lì. Ma intanto dovrà pensare a vincere le prime due partite e fare 6 punti”.
Direttore, lei ha parlato di Sarri. La squadra in questi giorni si è schierata, a parole, dalla parte del mister. Ma ieri in campo, secondo lei, lo hanno dimostrato?
“La prestazione di ieri ci dimostra che la Lazio non si è ancora ritrovata. Hanno manifestato vicinanza a Sarri negli spogliatoi, ma in campo non si è vista. Ci sono volute due perle di Immobile per sbloccare la situazione, altrimenti non si sarebbe raggiunto il primo obiettivo stagionale. Ribadisco che la stagione della Lazio inizia adesso, sabato prossimo per l’esattezza. Però non dura mesi, dura due partite nelle quali deve fare 6 punti e giocarsela poi con l’Inter. Se ci sono questi ostacoli e non si fa brutta figura, di gioco prima che di risultati e non si soccombe contro una squadra oggettivamente più forte, allora potremo rivedere un film che ci piace. Non ha senso andare avanti in Europa e poi stare a metà classifica in campionato. Se si diventa grandi, si resta grandi. Questa è la missione di Sarri e dei giocatori”.
La distanza con le grandi e più nello specifico con la zona europea, è recuperabile?
“I punti sono tanti, forse troppi. Se pate subito possiamo immaginarci di farcela, ma non possiamo più sbagliare. I bonus, la Lazio se li è già giocati tutti in questa stagione. Tornerò ad avere piena fiducia in Sarri quando ricomincerò a vedere la squadra che mi era piaciuta tanto lo scorso anno, almeno per un paio di partite di seguito. Solo allora potrò ricominciare a crederci anche io”.