Lazio-Celtic è stata una sentenza non solo dal punto di vista della vittoria, ma anche della mentalità secondo Andrea Agostinelli. In Champions la squadra di Sarri ha tutta un’altra veste rispetto a quando scende in campionato: concentrata in Europa, sazia in Serie A.
“Tocca capire il perchè di questa cosa”, afferma Agostinelli, che in esclusiva a Tag24 ha parlato della partita di ieri, analizzando il momento di casa Lazio.
Lazio-Celtic, Agostinelli: “Gran vittoria, ora vediamo in campionato. Isaksen? Bisogna dargli continuità”
Serata da notti europee, di quelle che rimangono fisse nella memoria. La vittoria per 2-0 di ieri della Lazio contro il Celtic è stato questo. Una cornice di pubblico importante che ha accompagnato la squadra alla vittoria, nel segno di Ciro Immobile, autore della doppietta decisiva.
Con tanto di ringraziamenti all’Atletico Madrid, che con la vittoria contro il Feyenoord per 3-1 ha permesso a Sarri di strappare il pass per gli ottavi con un turno di anticipo. Adesso il Cagliari per recuperare punti nel segno della mentalità per Andrea Agostinelli.
D: Mister, che partita è stata quella contro il Celtic?
R: “Una vittoria arrivata dopo una partita non facile, perché in Champions non lo sono mai. È stata una battaglia dove non si è vista la miglior Lazio ma che da morale, nel segno di Immobile con la sua doppietta. Tante volte i problemi si risolvono in un episodio o con una azione, ovviamente tocca vedere cosa succederà ora, dato che i problemi sono in campionato e non in Champions”
D: Bene in Champions, male in campionato. Questione di mentalità?
R: “La squadra a volte sembra che abbia la pancia piena in campionato, ma non si sa per che cosa. Forse il secondo posto dell’anno scorso ha fatto calare le motivazioni. Per fare il salto di qualità serve proprio essere attenti sempre e in ogni situazione, questa Lazio a due facce non è possibile. L’approccio deve essere sempre lo stesso”.
D: La vecchia guardia da questo punto di vista deve prendere la situazione in mano?
R: “Assolutamente, nei momenti di difficoltà non saranno mai i giovani a tirarti fuori dal pantano, ma i più esperti”.
Nel segno di Isaksen
A spiccare nella notte dell’Olimpico è stato Gustav Isaksen. L’attaccante danese si è sciolto col passare dei minuti, offrendo un’ottima prestazione dal punto di vista della qualità e della quantità, mostrando segnali di crescita e risultando tra i migliori in campo. Per mister Agostinelli ora è il momento di puntare su di lui.
D: Isaksen sugli scudi. Sarri ha detto che giocatori così vanno aspettati. C’è poca pazienza a tal proposito?
R: “Assolutamente si. Credo che adesso sia il momento di dargli fiducia, è un ragazzo molto interessante, bisognava attenderlo dato che si sta confrontando con una piazza esigente. È chiaro che non ha risolto i problemi data la sua ottima prestazione, non stratosferica perché sennò si va da un estremo all’altro, ma di sicuro è un ragazzo interessante. Ma in questo momento Sarri dovrebbe dargli continuità”.
D: Sarebbe un messaggio per Felipe Anderson questo?
R: “Fosse per me glielo darei questo messaggio a Felipe. Io stravedo per lui, ma gli farei capire che c’è la concorrenza. In questo momento lo lascerei a riposo e metterei Isaksen”.
D: Guendouzi sembra stia capendo sempre più Sarri
R: “E’ quel classico giocatore che quando finisce la partita non dici che ha giocato male. Forse a livello tecnico mi sarei aspettato qualcosa in più, ma anche qui credo bisogna avere un po’ di pazienza, serve tempo. Per adesso comunque è sufficiente anche se mi aspettavo qualcosa in più, per un allenatore è difficile togliere dal un giocatore che quando scende in campo da tutto”.
D: Con il Cagliari non si può sbagliare. Il Celtic può essere stata la partita della svolta a tal proposito?
R: “Ci vorrebbe la palla di cristallo per saperlo (ride). Toccherà aspettare per capirlo, non solo in questa stagione ma anche in altre, quando arrivava il momento di dimostrare cento, la Lazio ha sempre avuto difficoltà. Bisogna andare con i piedi di piombo, solitamente quando uno sbaglia non ripete l’errore, ma dobbiamo aspettare e vedere”.