26mila euro di danni morali più 4mila per le spese legali: questa l’entità del risarcimento che l’Italia deve versare a quattro migranti minorenni detenuti nell’hotspot di Taranto, dopo la condanna della Corte europea dei diritti umani.
I giudici di Strasburgo hanno dato dunque ragione ai giovani profughi di origini ghanesi. Le condizioni in cui i minori sono stati detenuti per quasi due mesi sono considerate “inumane e degradanti“. La vicenda risale al 2017 ma è ancora oggi una storia non inedita sul territorio nazionale.
L’accusa nei confronti delle autorità italiane è quella di detenzione illegale di minori stranieri. I quattro, tutti nati nel 2000, erano arrivati sulle coste italiane a maggio di sei anni fa.
La Corte di Strasburgo condanna l’Italia per la detenzione dei migranti minorenni a Taranto: i fatti
Pur avendo chiarito di non aver raggiunto la maggior età, i quattro sono stati comunque trasferiti in un hotspot teoricamente riservato agli adulti. Solo dopo un primo intervento della stessa Corte di Strasburgo, i ragazzi traslocarono in una struttura apposita per minori.
Come prove, i giudici hanno menzionato alcune fotografie fornite dai quattro: il centro, predisposto per ospitare circa 400 persone, ne conteneva de facto più di 1.400. Le condizioni igieniche, inoltre, non erano adeguate. Tutt’oggi, nella struttura tarantina sono ospiti quasi 200 minori, aumentati ulteriormente dopo l’ultimo sbarco della Ocean Viking.
Sotto la lente d’ingrandimento della Cedu sono finite le misure di accoglienza, da parte dell’hotspot di Taranto, nei confronti di diversi minori stranieri non accompagnati. Nessuno ha nominato per loro un tutore e nessuna informazione gli è stata data in merito alla possibilità di contrastare la situazione in giudizio.
Visto il danno loro causato, il governo italiano sarà tenuto a riconoscere un risarcimento nei confronti dei ricorrenti. Un successo giuridico rivendicato dall’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), che aveva sottoposto il caso alla Corte attraverso gli avvocati Marina Angiuli e Dario Belluccio. L’Asgi parla di una “ennesima sentenza contro l’Italia relativa alla gestione del fenomeno migratorio e, in particolare, dei cittadini stranieri minorenni”.
L’Asgi: “Contesto attuale ha visto ulteriori approcci repressivi”
L’Associazione sottolinea come la “rilevanza della decisione” sia “immediatamente percepibile nel contesto attuale“. La situazione, purtroppo, non è cambiata.
Non solo “non sono stati modificati gli approcci repressivi precedenti”, ma “al contrario ne sono implementati ulteriori“. Anche questi ultimi, “non rispettosi dei principi basilari dei diritti umani e fondamentali della persona”.
Nel mirino dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione anche l’accordo siglato con l’Albania, “teso all’identificazione e detenzione dei cittadini stranieri all’estero”.
Si consideri che, attualmente, sono quasi duecento i minori stranieri trattenuti di fatto, in assenza di ogni base legale e di ogni vaglio giurisdizionale all’interno dell’hotspot di Taranto, alcuni dei quali addirittura dallo scorso mese di agosto.
Sfruttando la risonanza della sentenza di Strasburgo, l’Asgi ha chiesto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, al Tribunale per i Minorenni di Taranto, alla Prefettura, alla Questura locale e al Garante nazionale e regionale per i diritti dei minori “di disporre l’immediato collocamento dei minori attualmente presenti presso l’hotspot nelle strutture per minori”. Un provvedimento, quest’ultimo, già “previsto dalla normativa”.
L’altra richiesta è “di garantire il monitoraggio delle condizioni di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati”. Il tutto “nel rispetto degli standard di umanità e dignità volute dalla Costituzione e dalla Convenzione europea per i diritti umani”.