Domenica Petr Čech – ex portiere del Chelsea – ha esordito nell’hockey professionistico: ecco un carrellata dei grandi campioni che hanno deciso durante o alla fine della loro carriera di cambiare sport

Michael Jordan: l’esperienza nel baseball lontano dai Chicago Bulls

C’è un alteta la cui storia sportiva ci permette di iniziare come meglio non si potrebbe questo articolo. Ovvero Michael Jordan, colui che tutt’oggi viene considerato da molti – forse tutti – il più grande giocatore della storia del basket, il cui mito ha superato lo spazio del campo da gioco. Basti pensare alla recente pellicola americana “Air – La storia del grande salto (Air)” diretta da Ben Affleck e con un cast che vede tra gli altri Matt Damon e Jason Bateman. La storia, come suggerisce il titolo, racconta la storia dell’uomo della Nike che pensò di coinvolgere Michael Jordan nella creazione delle celebri sneakers Air Jordan. Ma nonostante la storia indimenticabile scritta nella pallacanestro con i Chicago Bulls, Michael Jordan ha più volte “tradito” l’amata pallacanestro per altri sport. Ben due, per la precisione. La prima volta è segnata da un evento drammatico: la morte di padre, ucciso da due malviventi durante una rapina, in cui gli venne sottratta l’automobile regalatagli proprio dal figlio. Dopo la tragedia, era il 6 ottobre 1993, in una conferenza stampa, l’ero dei Bulls annunciò l’addio al basket. Ma non fu l’addio al mondo dello sport. Jordan, da sempre grande appassionato di baseball, dichiarò la propria volontà a voler primeggiare anche in questa disciplina e così inaugurò nel 1994 l’avventura, firmando con i Chicago White Sox che lo piazzarano in terza squadra con i Birmingham Barons. Il clamore fu immenso (con non poche polemiche), ma i risultati sul campo no. Continuando sempre ad allenarsi con i White Sox, la stagione successiva datata 1995, Jordan giocherà con gli Scottsdale Scorpions in Arizona Fall League con sempre gli stessi risultati non proprio entusiasmanti. Il suo ritorno in NBA era nell’aria. Ritiratosi definitivamente dal basket dopo il ritiro, con tanto di sigaro, lo abbiamo visto dedicarsi ad un’altra delle sua passioni sportive: il golf.

Kaka, Palacio, Čech: c’è vita – sportiva – oltre il calcio

Dopo una vita tra i pali della porta di calcio, tra Chelsea e Arsenal, Petr Čech domenica scorsa ha fatto il suo esordio nell’hockey professionistico, nella Elite Ice Hockey League con i Belfast Giants. Esordio vincente, battezzata da un risultato di 5-1, con cui i Giants hanno battuto i rivali del Glasgow Clan.  A ridosso infatti dal ritiro dal calcio, Čech muove i primi passi nel mondo dell’hockey su ghiaccio, indossando la maglia dei Guildford Phoenix, squadra della National Ice Hockey League Division 2, e successivamente, finita l’eseperienza nella quarta lega con i Guildford Phoenix, nel 2021-2022 passa ai Chelmsford Chieftans, in Division 1 e nel 2023 si aggrega alle fila dell’Oxford City Stars. Infine, il passaggio con i professionisti con i Belfast Giants. Sport diverso, ma la missione per Čech rimane la stessa: difendere la propria porta dai colpi avversari. Ma il portiere della Repubblica Ceca non è l’unico calciatore ad aver lasciato il calcio ma non lo sport. Due casi illustri sono quelli del brasiliano Kakà e l’argentino Rodrigo Palacio. Il primo, dopo i tanti successi nel mondo del pallone, recentemente si è potuto vantare di un risultato non da poco: ha concluso la Maratona di Berlino in 3 ore, 38 minuti e 6 secondi. A rendere ancora più importante il risultato, il fatto che per l’ex giocatore del Milan era la sua prima maratona, chiusa rimanendo sotto l’obbiettivo prefissato di finire i 42,195 km stando sotto le 3 ore e 40 minuti. Chi invece entra nel mondo del basket è l’ex attaccante dell’Inter che lo scorso anno ha fatto il suo esordio con il Garegnano Milano in Serie D.