Si continua a parlare del tragico caso di femminicidio ad Andria, in Puglia: la sindaca della città, Giovanna Bruno, ha scritto una lunga lettera sui propri canali social indirizzata proprio a Vincenza Angrisano, detta Enza, vittima dell’ennesimo delitto violento. A confessare di averla uccisa è stato il marito Luigi Leonetti, dal quale la donna voleva separarsi proprio per i suoi comportamenti violenti.
Femminicidio Andria, la sindaca scrive una lettera alla vittima
Per il terribile femminicidio di Andria, la sindaca della città, ha deciso di pubblicare un post sui social all’interno del quale ha espresso tutta la sua rabbia per quanto avvenuto. Vincenza era una donna di 42 anni con due figli piccoli. È stata uccisa a coltellate. A dirsi responsabile di questo delitto è stato lo stesso marito della donna, di 51 anni, che ha chiamato il 118 chiedendo aiuto ai sanitari.
L’uomo, Luigi Leonetti, avrebbe accoltellato la moglie nella casa in cui abitavano insieme ai figli minorenni. La casa si trova in una zona rurale nei pressi di Andria, all’altezza della Strada provinciale 231. L’omicidio sembra essere avvenuto all’interno del deposito degli attrezzi. In casa in quel momento si trovavano anche i bambini.
È proprio alla 42enne Vincenza Angrisano, detta Enza, che la prima cittadina di Andria ha deciso di rivolgere un pensiero. Solamente qualche giorno prima di essere uccisa, la donna aveva condiviso sui propri profili social il monologo dell’attrice Paola Cortellesi pronunciato durante le premiazioni del David di Donatello nel 2018.
In questo monologo l’artista parlava degli abusi e dei comportamenti scorretti contro i quali le donne devono far fronte ogni giorno. Enza, che aveva raccontato alle amiche di volersi separare dal marito per la sua eccessiva aggressività, è stata uccisa dai fendenti. Al momento dell’arrivo dei soccorritori purtroppo per lei non c’era più nulla da fare.
La lettera ad Enza
La sindaca di Andria Giovanna Bruno si è rivolta direttamente alla vittima di questo ennesimo femminicidio. Ha riferito che il killer, il quale si è detto colpevole quando ha chiamato i soccorsi, le ha tolto per sempre la parola, i figli, la vita. La prima cittadina ha continuato la sua lettera aperta pubblicata sui social affermando che la città pugliese condanna ogni forma di violenza e la respinge con forza.
Ha definito il gesto dell’uomo un “abominevole orrore”. Bruno ha ricordato che Enza viveva ad Andria e, come tutte le cittadine, ha calpestato e vissuto le strade di questa città. Ha affermato che i suoi bambini, minorenni, frequentano ancora scuola e si siedono tra i banchi insieme a tutti gli altri.
La sindaca infine ha concluso ricordando Enza e il suo sorriso. Ha promesso di dimostrare che l’amore non uccide e non fa del male, per fare in modo che tragedie come queste non si verificano più. Né ad Andria, nè in tutto il resto Dell’Italia e del mondo.
Ecco la lettera completa:
Cara Enza, ora che lui ti ha zittito per sempre, tocca a noi parlare. Ora che ti ha tolto ai tuoi figli, spetta un po’ anche a noi far giungere loro il calore di una città intera. Che muta, attonita, sconvolta, incredula, silente, condanna la violenza, condanna ogni forma di violenza, condanna questa brutale violenza, la respinge senza che per essa possa esserci giustificazione alcuna: solo forte condanna per questo abominevole orrore.
E ancora:
Enza ha calpestato le nostre strade, frequentato i nostri luoghi, ha dialogato con noi. I suoi figli sono i nostri bambini, seduti tra i banchi delle nostre scuole cittadine. Esprimo immane dolore, stringendo al petto, quelle fragili, impotenti creature, da quest’oggi orfane della loro mamma.
Cara Enza, ora che quel tuo sorriso è stato vinto dal ghigno di una morte che un uomo ha voluto per te, proveremo noi a sorridere ai tuoi bambini. Proveremo noi, insieme a te, a spiegar loro che l‘amore non uccide. Non ferisce. Mai.
Chi era Vincenza Angrisano?
Vincenza Angrisano aveva 42 anni e lavorava per la società Stanhome, la quale si occupa di vendita di prodotti per la cura della casa e della persona. L’azienda, il 25 novembre scorso, in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione contro la violenza sulle donne aveva sostenuto il progetto “Agata” della Fondazione Puzzilli.
La donna è stata uccisa con una serie di coltellate. La notizia di questo ennesimo femminicidio ha iniziato a fare il giro del web, dei giornali e delle televisioni mercoledì 28 novembre 2023. Poco dopo il delitto è stato proprio il marito di Enza a chiamare i soccorsi riferendo di “aver accoltellato sua moglie”.
Gli inquirenti sono al lavoro per cercare di capire l’esatta dinamica di quanto avvenuto. Dalle informazioni che emergono per il momento, è possibile che l’uomo e la vittima stessero litigando. Come hanno riferito le amiche e le colleghe della donna, ultimamente le cose tra loro non andavano bene e lei era intenzionata ad andarsene di casa per gli atteggiamenti del marito.
I figli della coppia, di 6 e 11 anni, si trovavano in casa nel momento in cui è avvenuto il delitto. Dai primi rilievi sembra che l’uomo abbia colpito la vittima con un coltello più volte, ferendola sia all’addome che al torace.