Proseguono senza sosta le indagini per risalire al killer di Pierina Paganelli, la 78enne trovata morta sulla rampa d’accesso al garage di uno stabile di via del Ciclamino, a Rimini, lo scorso 4 ottobre mattina. A quasi due mesi dall’omicidio sono ancora molti, infatti, gli interrogativi che avvolgono il caso.

Il punto sulle indagini riguardanti l’omicidio di Pierina Paganelli a Rimini

A dare l’allarme, dopo aver trovato il corpo dell’anziana riverso sul pavimento del garage del condominio in cui viveva, era stata la nuora Manuela Bianchi, moglie del figlio Giuliano Saponi, all’epoca ancora ricoverato a causa delle lesioni riportate nel corso di un misterioso incidente avvenuto a maggio.

La donna aveva raccontato agli inquirenti di essere uscita di casa per accompagnare a scuola la figlia 16enne, imbattendosi nel corpo, che inizialmente non aveva attribuito alla suocera, ma a un’altra anziana. Aveva pensato che fosse solo caduta e quindi era corsa a chiedere aiuto al vicino di casa nonché amante, Louis Dassilva, che ora, insieme a lei, alla moglie Valeria Bartolucci e al fratello Loris Bianchi figura tra i principali sospettati del delitto.

Si tratta delle persone che erano più vicine a Pierina e che con lei avevano avuto degli screzi. Un elemento importante visto che, secondo chi indaga, chi ha ucciso la 78enne, sferrandole quasi 30 colpi con un coltello da carne, lo avrebbe fatto spinto dall’odio. Tutti e quattro sulla vicenda hanno fornito versioni contrastanti. Tutti e quattro, pur non essendo formalmente indagati, sono stati sottoposti ad accertamenti.

Gli alibi dei quattro sospettati

I fratelli Bianchi hanno sempre sostenuto di aver trascorso la sera dell’omicidio insieme. Loris, che vive a Riccione, avrebbe raggiunto la sorella e la nipote per cena e con loro si sarebbe intrattenuto fino a dopo le 22.50, orario di alcune fotografie che Manuela gli avrebbe scattato sul pavimento di casa sua mentre era intento a giocare con il cane (non ripreso negli scatti).

Louis e Valeria avrebbero invece guardato un film. Louis voleva starsene tranquillo perché ancora dolorante e zoppicante a causa di un incidente in moto avvenuto il giorno prima mentre tornava da lavoro. Questo, almeno, è quello che ha raccontato.

Nei filmati di una telecamera di sorveglianza installata nei pressi dello stabile di via del Ciclamino è stato invece ripreso mentre, attorno alle 19.30 di quel giorno, cammina normalmente. Addosso aveva vestiti diversi rispetto a quelli consegnati per tutti gli accertamenti agli inquirenti. Un tentativo di depistaggio? All’appello, ora che sono stati acquisiti quelli giusti, mancherebbe comunque una maglia bianca.

Gli accertamenti sulla scena del crimine

Sono in molti a credere che i quattro non stiano dicendo la verità. Loris, ad esempio, aveva sempre sostenuto di non essere passato in alcun modo per il garage incriminato, salvo poi tornare sui suoi passi e dire che forse sì, ci era stato, quasi a voler giustificare l’eventuale ritrovamento di tracce del suo Dna in quegli ambienti.

Ambienti che più volte, negli scorsi mesi, sono stati passati al setaccio. L’ultima volta lunedì scorso, quando gli agenti, insieme alla scientifica, hanno ripercorso il possibile tragitto seguito dal killer dopo l’omicidio. Fondamentali per fare chiarezza saranno queste e altre analisi, incluse quelle sul Dna estrapolato dagli indumenti della vittima.

Dna che potrebbe anche essere la firlma dell’assassino della 78enne. Quella sera prima di uccidere l’anziana, l’avrebbe prima salutata e poi colpita, provocando le sue urla e la sua morte. Un omicidio brutale, di cui avevamo parlato anche con l’investigatore privato Ezio Denti, che ci aveva detto: “Chi ha ucciso Pierina la odiava, che non ci siano indagati non significa che non ci siano forti sospetti”.